Page 41 - Perché un Dio Uomo
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Anselmo – Non potresti fare nulla di più retto. Pensa ancora se ti avvenisse di com-
piere quello sguardo contrario alla volontà di Dio, che cosa potresti dare per questo
peccato?
Bosone – Non ho nulla di più importante di quello che ho enumerato prima.
Anselmo – E pecchiamo così gravemente ogni qualvolta scientemente compiamo
un’azione, benché piccola, contro la volontà di Dio, perché sempre siamo alla sua
presenza e sempre ci comanda di non peccare.
Bosone – A udirti, la nostra vita ci appare estremamente pericolosa.
Anselmo – È chiaro che Dio esige la soddisfazione secondo la gravità del peccato.
Bosone – Non lo posso negare.
Anselmo – Dunque tu non soddisfi finché non dai una cosa più grande di quella per
cui non avresti dovuto commettere il peccato.
Bosone – Vedo che la ragione lo esige e che è del tutto impossibile.
Anselmo – Ora Dio non può elevare alla beatitudine alcuno che sia obbligato in qual-
che modo al debito del peccato, anzi non lo deve.
Bosone – Questo pensiero è troppo severo.
22. L’UOMO OFFESE GRAVEMENTE DIO QUANDO SI LASCIÒ VINCERE
DAL DIAVOLO E ORA NON PUÒ SODDISFARE
Anselmo – Ascolta un altro motivo per cui la riconciliazione dell’uomo con Dio è dif-
ficile.
Bosone – Se la fede non mi consolasse ciò mi spingerebbe alla disperazione.
Anselmo – Comunque ascoltami.
Bosone – Parla.
Anselmo – L’uomo creato senza peccato nel paradiso è stato come posto davanti a
Dio, fra Dio e il diavolo, affinché vincesse il diavolo non acconsentendogli quando
gli suggeriva il peccato, per la giustificazione e l’onore di Dio e la confusione del
diavolo derivante dal fatto che lui più debole non peccava in terra nonostante le lu-
singhe del diavolo che, più forte, aveva peccato senza alcun consiglio in cielo.