Page 44 - Perché un Dio Uomo
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fossa che gli mostra e dalla quale non può uscire. Se il servo, infischiandosi del co-
              mando e dell’avviso del padrone, si getta spontaneamente nella fossa che gli è stata
              indicata e conseguentemente non può compiere il lavoro comandato, pensi che que-
              sta impossibilità lo possa scusare dal non compiere il lavoro comandato?

              Bosone – Niente affatto, anzi aumenta la colpa, perché lui stesso si è messo in quella
              impossibilità. E fa un doppio peccato sia perché non compie ciò che gli è stato co-
              mandato sia perché fa ciò che gli è stato ordinato di non fare.

              Anselmo – Così è inescusabile l’uomo che liberamente si obbligò al debito che non
              può pagare e colpevolmente si pose in questa impossibilità per cui non può dare né
              quello che doveva prima del peccato, cioè non peccare, né quello che deve perché
              peccò.


              La stessa impotenza è colpa perché non ha il dovere di averla, anzi dovrebbe non
              averla. Come è colpa non avere ciò che si deve avere, così è colpa avere ciò che si
              deve non avere.

              Quindi come è colpa per l’uomo non avere la capacità ricevuta di poter evitare il
              peccato, così è colpa per lui avere l’incapacità per la quale non può né conservare la
              giustizia  ed  evitare  il  peccato  né  restituire  quello  che  deve  per  il  peccato.  Infatti
              spontaneamente compì l’azione per la quale perdette quel potere e cadde in questa
              impossibilità.

              Non avere il potere che si deve avere è la stessa cosa che avere l’impossibilità che si
              deve non avere. Per cui l’incapacità di dare a Dio ciò che gli si deve, l’incapacità di
              restituire, non scusa l’uomo dalla restituzione. L’effetto del peccato non scusa il pec-
              cato che ne deriva.

              Bosone – È una cosa molto grave ed è necessario che sia così.


              Anselmo – Quindi l’uomo che non dà a Dio ciò che gli deve è ingiusto.

              Bosone – È verissimo. Infatti è ingiusto e perché non dà e perché non può dare.

              Anselmo – Ora nessun ingiusto verrà ammesso alla beatitudine poiché, come la beati-
              tudine è la pienezza senza alcuna indigenza, così essa conviene solamente a colui
              nel quale c’è la pura giustizia senza alcuna ingiustizia.

              Bosone – Non oso credere un’altra cosa.


              Anselmo – Chi dunque non paga a Dio ciò che gli deve non può essere beato.

              Bosone – Non posso negare che anche questa è una conseguenza logica.
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