Page 38 - Perché un Dio Uomo
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pari con Dio. Ma su questo non è necessario che ti dia una risposta. Quando cono-
scerai perché Cristo è morto, forse da te vedrai ciò che chiedi.
Bosone – Per ora mi basta dunque ciò che mi rispondi su questa questione. Hai spie-
gato così chiaramente come nessun uomo possa giungere alla beatitudine col pecca-
to o essere liberato dal peccato senza che prima abbia pagato ciò che ha rubato pec-
cando, che anche se lo volessi non potrei dubitarne.
20. LA SODDISFAZIONE DEVE ESSERE COMMISURATA AL PECCATO E
L’UOMO NON PUÒ DARLA DA SÈ
Anselmo – Non dubiterai neppure, credo, che la soddisfazione deve uguagliare la
grandezza del peccato.
Bosone – In certo modo altrimenti il peccato lascerebbe qualche disordine; il che non
può essere se Dio non sopporta alcun disordine nel suo regno. Ed è chiaramente
stabilito che in Dio è impossibile il benché minimo inconveniente.
Anselmo – Di’ dunque: che darai a Dio per il tuo peccato?
Bosone – Penitenza, cuore contrito e umiliato, astinenze, molti e vari lavori corporali,
la misericordia che dà e perdona e l’obbedienza.
Anselmo – Con tutto questo che dai a Dio?
Bosone – Non onoro forse Dio quando per timore e suo amore rigetto la gioia del se-
colo nella contrizione del cuore; quando calpesto la quiete e i piaceri di questa vita
nelle astinenze e nei lavori; quando, dando e rimettendo, distribuisco ciò che è mio;
quando mi sottometto a lui nella obbedienza?
Anselmo – Quando dai a Dio una cosa che gli dovresti anche se non avessi mai pec-
cato, non la devi computare nel debito a cui sei tenuto per il peccato. Ora tutte que-
ste cose che enumeri le devi a Dio. Infatti in questa vita mortale l’amore e il deside-
rio di pervenire a ciò per cui sei stato fatto e a questo si riferisce la preghiera – e il
dolore di non essere ancora lì e il timore di non giungervi, devono essere così gran-
di, che tu non dovresti godere se non di quelle cose che ti danno aiuto e speranza di
giungervi. Non meriti di avere ciò che non ami e desideri per quello che è, e del qua-
le non ti addolori perché ancora non l’hai e ancora ti trovi in grande pericolo di a-
verlo o no.
A questo appartiene anche la fuga della pace e dei piaceri mondani, che allontanano
l’anima da quella vera pace e gioia, ma solo in quanto ti pare sufficiente al desiderio
di pervenirvi.