Page 18 - Perché un Dio Uomo
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simili nella Sacra Scrittura. E quando il Cristo dice: «Padre mio, se è possibile, passi
              da me questo calice; tuttavia non quello che voglio io ma quello che vuoi tu» (Mt 26,
              39) e: «Se non è possibile che si allontani da me questo calice, senza che io lo beva,
              sia fatta la tua volontà» (Mt 26, 42), parlando della propria volontà intende designa-
              re il naturale desiderio di benessere per il quale la carne umana rifugge dal dolore
              della morte; parlando invece della volontà del Padre non intende dire che il Padre
              preferisca la morte alla vita del Figlio, ma che il Padre non vuole la riabilitazione
              dell’umanità senza che l’uomo compia un atto tanto grande quale è quella morte.

              Poiché la ragione non poteva chiedere quello che nessuno poteva dare, il Figlio dice
              che  il  Padre  vuole  la  sua  morte,  e  che  egli  stesso  preferisce  subirla  piuttosto  che
              l’umanità non sia salva. Come se dicesse: dal momento che non vuoi la riconcilia-
              zione del mondo in un altro modo, dico che perciò stesso tu vuoi la mia morte. Sia
              fatta quindi la tua volontà, cioè venga la mia morte così che il mondo sia riconciliato
              con te.

              Spesso infatti diciamo che uno vuole una cosa in quanto non ne vuole un’altra che,
              voluta, gli impedirebbe di fare quello che egli dice di volere; per esempio diciamo
              che uno spegne il lume per il fatto che non vuole chiudere la finestra da cui entra
              l’aria che spegne il lume. Dunque il Padre volle la morte del Figlio nel senso che non
              volle salvare il mondo per un’altra via, cioè, come ho detto, senza che l’uomo com-
              pisse una cosa così grande. E questo, per il Figlio che voleva la salvezza degli uomi-
              ni, equivaleva – dal momento che nessun altro lo poteva fare, – al comando di mori-
              re.


              Perciò egli fece come il Padre gli comandò (Gv 14, 31) e, obbediente fino alla morte
              (Fl 2, 8), bevve il calice che il Padre gli diede (Gv 18, 11).



              10. ALTRO MODO DI INTERPRETARE QUEI MEDESIMI TESTI

              Anselmo – Si può intendere anche nel senso che, dando al Figlio quella pia volontà
              per cui questi volle morire per la salvezza del mondo, il Padre gli ha dato, senza pe-
              rò costringerlo, il comando (cf Gv 14, 31) e il calice della passione (cf Gv 18, 11); e
              che non lo risparmiò, ma lo immolò per noi (cf Rm 8, 32) e volle la sua morte; e che
              lo stesso Figlio fu obbediente fino alla morte (cf Fl 2, 8) e imparò l’obbedienza da
              quanto patì (Eb 5, 8).


              Infatti, come non aveva nella umanità la volontà di vivere secondo giustizia, ma dal
              «Padre della luce, da cui discende ogni grazia eccellente e ogni dono perfetto» (Gc 1,
              17), così non poté avere se non dal Padre quella volontà che gli fece volere la morte
              in vista della realizzazione di un bene così grande. E come si può dire che il Padre,
              dando la volontà, attira, così si può giustamente dire che egli spinge.
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