Page 14 - Perché un Dio Uomo
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Bosone  –  In  poche  parole:  che  l’Altissimo  si  sia  piegato  a  tali  abbassamenti  e  che
              l’Onnipotente abbia compiuto un’opera con tanta fatica.

              Anselmo  –  Chi  parla  così  non  capisce  l’oggetto  della  nostra  fede.  Noi  affermiamo
              senza il minimo dubbio che la natura divina è impassibile e non può decadere dalla
              propria altezza né faticare nel compiere quello che vuole. Diciamo però che il Signo-
              re Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, una sola persona in due nature e due nature
              in una sola persona. Perciò, quando diciamo che Dio subisce qualche umiliazione o
              infermità, non lo riferiamo alla sublimità della natura impassibile, ma alla debolezza
              della natura umana che egli portava in sé; e così non si capisce come vi siano delle
              ragioni contro la nostra fede.

              Usando questo linguaggio, non intendiamo abbassare la natura divina, ma indicare
              che unica è la persona di Dio e dell’uomo. Quindi noi intendiamo l’incarnazione non
              abbassamento di Dio, ma esaltazione della natura umana.


              Bosone – Accetto che non si attribuisca alla natura divina quello che si dice di Cristo
              secondo l’umana debolezza. Ma, come si potrà provare giusto e ragionevole che Dio
              tratti, o permetta che venga trattato così quell’uomo che il Padre chiamò Figlio dilet-
              to nel quale ha posto le sue compiacenze (cf Mt 3, 17) e che il Figlio identificò con se
              stesso? Che giustizia è condannare a morte il più giusto degli uomini in luogo del
              peccatore?

              Quale uomo non sarebbe giudicato colpevole, qualora condannasse un giusto per li-
              berare un reo?

              Sembra che così si arrivi al medesimo inconveniente di cui parlavamo prima. Se in-
              fatti non poté salvare i peccatori che condannando il giusto, dove è la sua onnipo-
              tenza? Se invece poté ma non volle, come difenderemo la sua sapienza e la sua giu-
              stizia?

              Anselmo – Dio Padre non trattò quell’uomo come mi pare lo intenda tu; né condannò
              a  morte  l’innocente  in  luogo  del  colpevole.  Non  lo  costrinse  a  morire  e  neppure
              permise che fosse fatto morire contro volontà; ma piuttosto fu proprio questi ad ab-
              bracciare spontaneamente la morte per salvare gli uomini.


              Bosone – Anche se non morì contro volontà, in quanto consentì alla volontà del Pa-
              dre, sembra tuttavia che questi ve lo abbia in qualche modo costretto dandogliene
              l’ordine. È detto infatti che «umiliò se stesso facendosi obbediente « al Padre fino al-
              la morte, anzi fino alla morte di croce. Per questo anche Dio lo ha sovranamente e-
              saltato» (Fl 2, 8-9); e « imparò da ciò che sofferse, che cosa significhi obbedire» (Eb 5,
              8); e il Padre « non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma l’ha sacrificato per tutti
              noi « (Rm 8, 32). E il Figlio stesso dice: «Sono venuto, non per fare la mia volontà,
              ma quella di colui che mi ha mandato» (Gv 6, 38) e, poco prima della passione: «
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