Page 16 - Perché un Dio Uomo
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Bosone – Secondo la nostra fede, l’uomo non morrebbe e Dio non esigerebbe da lui
              questo. Vorrei però che tu me ne spiegassi la ragione.

              Anselmo – Ammetti certamente che la creatura ragionevole fu creata giusta e lo fu
              perché fosse beata nella fruizione di Dio.

              Bosone – Non ne dubito.


              Anselmo – Tu poi non stimerai cosa degna di Dio che, dopo aver creato l’uomo giu-
              sto e per la beatitudine, lo costringa a  essere  infelice  senza  colpa.  È  doloroso  che
              l’uomo abbia a morire pur essendone riluttante.

              Bosone – È evidente che, qualora l’uomo non avesse peccato, Dio non dovrebbe esi-
              gere da lui la morte.

              Anselmo – Non trovando in lui peccato alcuno, Dio non costrinse Cristo a morire.
              Questi però subì spontaneamente la morte non perché l’obbedienza gli imponesse di
              abbandonare la vita, ma perché lo spingeva a osservare la giustizia; e in tale osser-
              vanza egli perseverò sì fermamente da incontrare la morte.

              Si può anche dire che il Padre gli comandò di morire, in quanto gli comandò una co-
              sa dalla quale gli venne la morte. È in questo senso che egli fece come il Padre gli
              comandò (cf Gv 14, 31), bevve il calice che gli diede (cf Gv 18, 11), si fece obbediente
              fino alla morte (cf Fl 2, 8) e imparò l’obbedienza da ciò che patì (cf Eb 5, 8), cioè fino
              a qual punto bisogna obbedire.


              La parola «didicit» può essere presa in due sensi. Può significare: «fece imparare a-
              gli altri» oppure: «egli imparò anche per esperienza quello che la sua coscienza già
              sapeva».

              Quando poi l’Apostolo, dopo aver detto: «Umiliò se stesso facendosi obbediente fi-
              no alla morte, anzi fino alla morte di croce» (Fl 2, 8), aggiunge: «Per questo anche
              Dio lo ha sovranamente esaltato e gli ha dato un nome che è sopra ogni altro nome»
              (Fl 2, 9) – quasi riecheggiando l’espressione di David: «Berrà dal torrente per via, e
              rialzerà il capo» (Sal 110, 7) – non intende dire che Gesù non avrebbe potuto affatto
              giungere a questa esaltazione se non per l’obbedienza di morte e che tale esaltazione
              non gli fu data se non per questa obbedienza. Tant’è vero che, prima di patire, Gesù
              stesso disse che tutto gli era stato dato dal Padre (cf Lc 10, 22) e che tutte le cose era-
              no sue (cf Gv 16, 15).

              L’Apostolo intende dire solamente che Gesù, insieme con il Padre e con lo Spirito
              Santo, aveva disposto di non mostrare al mondo la sublimità della sua onnipotenza
              se non per mezzo della morte. Era stato stabilito che ciò non si sarebbe effettuato se
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