Page 13 - Perché un Dio Uomo
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giustamente tormenta l’uomo, per il fatto che Dio lo permette e l’uomo giustamente
              lo subisce. Dicendo però che l’uomo giustamente lo subisce, non si vuol dire che lo
              subisca giustamente in forza della propria giustizia, ma in quanto punito da un giu-
              sto giudizio di Dio. Ci potrebbe venir obiettata «la scrittura del decreto che depone-
              va contro di noi» (Col 2, 14), come dice l’Apostolo, e che fu abolita con la morte di
              Cristo. Secondo qualcuno la frase vuoi dire questo: in forza di una scrittura di un
              decreto, prima della passione di Cristo il diavolo poteva esigere dall’uomo il peccato
              come usura del primo peccato che a questi egli aveva fatto commettere e come pena
              del peccato; in tal modo sembrerebbe provato il diritto del diavolo sull’uomo.

              Io però penso che essa non  vada intesa così.  Quella «scrittura» non  appartiene  al
              diavolo, perché è detta «scrittura del decreto»; ora quel decreto non era del diavolo,
              ma di Dio. Infatti il giusto giudizio di Dio aveva decretato, e la scrittura l’aveva co-
              me sancito, che l’uomo, avendo peccato spontaneamente, non potesse in seguito evi-
              tare da solo il peccato e la pena.

              L’uomo è in verità «uno spirito che va e non ritorna» (Sal 78, 39); e «chi fa il peccato
              è schiavo del peccato» (Gv 8, 34); chi pecca non deve rimanere impunito, a meno che
              la misericordia non gli perdoni o non lo liberi e lo faccia tornare indietro. Dobbiamo
              credere quindi che, in forza di questa «scrittura», non si può riconoscere al diavolo
              alcun diritto di tormentare l’uomo.


              Infine, come nell’angelo buono non c’è nulla d’ingiusto, così in quello cattivo non c’è
              giustizia alcuna. Perciò nel diavolo non c’era nulla che potesse impedire a Dio di far
              uso della propria forza contro di lui per liberare l’uomo.



              8. BENCHÉ LE UMILIAZIONI DEL CRISTO NON RIGUARDINO LA DIVINI-
              TÀ TUTTAVIA AGLI INFEDELI SEMBRA SCONVENIENTE ATTRIBUIRLE A
              LUI IN QUANTO UOMO. RAGION PER CUI A LORO SEMBRA CHE QUESTO
              UOMO NON SIA MORTO SPONTANEAMENTE

              Anselmo – Quando la volontà di Dio compie una opera, il fatto stesso che lui la vuole
              dovrebbe soddisfare la nostra ragione, anche se non ne vediamo il perché. La volon-
              tà di Dio non è mai irragionevole.

              Bosone – Vero, purché sia evidente che Dio vuole ciò di cui si tratta. E infatti molti
              non ammettono assolutamente che Dio voglia una cosa, se hanno l’impressione che
              essa contrasti con la ragione.

              Anselmo – Che cosa ci vedi di irragionevole, quando noi dichiariamo che Dio volle
              quello che crediamo della sua incarnazione?
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