Page 9 - Perché un Dio Uomo
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Anselmo – In nessun modo noi offendiamo e oltraggiamo Dio; anzi, rendendogli gra-
zie, di tutto cuore lodiamo e proclamiamo l’ineffabile grandezza della sua miseri-
cordia. Quanto più meravigliosa e paradossale è la maniera con cui egli ci ha libera-
to dai grandi e meritati mali in cui ci troviamo e ci ha restituito i grandi e non dovuti
beni che avevamo perduto, tanto più grande è l’amore e la pietà che egli ci dimostra.
Se considerassimo attentamente quanto sia conveniente il modo in cui fu compiuta
la restaurazione dell’umanità, non deriderebbero già la nostra semplicità, ma lode-
rebbero con noi la sapiente benignità di Dio. Poiché conveniva che, come la morte
era entrata nel genere umano per la disobbedienza di un uomo, così la vita ci venis-
se restituita per l’obbedienza di un uomo (cf Rm 5, 12-19). E come il peccato da cui
trasse origine la nostra condanna ebbe inizio da una donna, così l’autore della nostra
giustizia e salvezza nascesse da una donna.
E come il diavolo vinse l’uomo persuadendolo a gustare i frutti di un albero, così fu
vinto da un uomo per mezzo della passione che egli sopportò appeso a un albero.
Molti altri ancora sono gli aspetti che, attentamente considerati, mostrano quanto sia
ineffabilmente bella la nostra redenzione operata in questo modo.
4. QUESTE RISPOSTE SEMBRANO AGLI INFEDELI POCO PROBATIVE.
Bosone – A tutte queste considerazione, pur belle, noi dobbiamo dare lo stesso valore
che a immagini dipinte. Se non hanno in sé qualcosa di solido, agli infedeli non po-
tranno sembrare tali da convincerci della necessità di credere che Dio abbia voluto
patire quello che diciamo. Chi infatti vuole dipingere, e vuole pure che la sua pittura
perduri, cerca un corpo solido su cui farlo. Nessuno dipinge sull’acqua o sull’aria,
perché non vi rimarrebbe traccia alcuna della pittura.
Perciò quando presentiamo agli infedeli quelle ragioni di convenienza che tu esponi,
non mostriamo loro altro che delle immagini della realtà; essi allora, pensando che
l’oggetto della nostra fede non sia una realtà ma una immagine, concludono che noi
stiamo dipingendo sulle nuvole. Prima bisogna dimostrare la solidità razionale della
verità, e cioè provare in modo apodittico che Dio ha dovuto e potuto umiliarsi fino a
quel punto che noi predichiamo: poi, quasi per far maggiormente risplendere il cor-
po della verità, potranno tirar fuori quei motivi di convenienza, come pitture che lo
ricoprono.
Anselmo – Dimostrare che Dio dovette fare quanto noi affermiamo: non ti sembra
sufficientemente apodittica questa ragione? Eccola: siccome il genere umano, opera
sua così preziosa, era completamente perduto, non era conveniente che il progetto
di Dio nei riguardi dell’uomo andasse completamente a vuoto; d’altra parte questo