Page 32 - Metodo breve per fare Orazione
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impedirebbero di raggiungere il suo fine. Come diceva san Paolo: «Lascio ciò che ho
alle spalle, e cerco di andare avanti, per concludere la mia corsa» (Fil 3,13).
Non si direbbe che una persona ha perso il senso della ragione se, durante un viaggio,
restasse nella prima dimora perché le è stato assicurato che molta gente c’è passata, che
qualcuno vi ha soggiornato e che i padroni di casa ci restano? Quindi ci si augura che le
anime vadano avanti verso il loro obiettivo, che prendano la strada più corta e più facile,
che non si fermino in questo luogo e che, seguendo il consiglio di san. Paolo, «si lascino
guidare dallo Spirito» della grazia (Rm 8,14) che li condurrà al fine per cui sono stati
creati ossia gioire di Dio.
10. È una cosa strana che, pur sapendo che siamo stati creati per questo e che ogni ani-
ma che non raggiungerà in questa vita l’unione divina e la purezza della sua creazione
sarà bruciata a lungo nel purgatorio finché non sarà diventata pura, tuttavia non possia-
mo permettere che Dio vi ci conduca già in questa vita. Come se ciò che deve costituire
la perfezione della gloria dovesse causare male e imperfezione in questa vita mortale.
11. Nessuno ignora che il Bene supremo è Dio, che la beatitudine-essenziale è
nell’unione con Dio, che i Santi sono più o meno grandi a seconda che questa unione sia
più o meno perfetta e che questa unione non può avvenire nell’anima attraverso nessuna
attività propria, poiché Dio comunica con l’anima tanto quanto la sua capacità passiva è
grande, nobile ed estesa. possiamo unirci a Dio senza la passività e la semplicità. E poi-
ché questa unione è la beatitudine stessa, la via che ci conduce a questa passività non
può essere pericolosa. Anzi è la via migliore di tutte.
12. Tutti possono quindi percorrerla e così come tutti sono chiamati alla beatitudine, so-
no anche chiamati a gioire di Dio, in questa vita e nell’altra. Dico: di Dio stesso e non
dei suoi doni, che non potrebbero portare alla beatitudine essenziale poiché non possono
soddisfare pienamente l’anima. L’anima è così nobile e così grande che neanche il più
nobile dei doni di Dio potrebbe renderla felice se Dio non desse se stesso. Ora il solo
desiderio di Dio è di dare se stesso alla sua creatura secondo le capacità che ha messo in
lei e si ha paura di abbandonarsi a Dio? Si ha paura di possederlo e di prepararsi
all’unione divina?
13. Si dice che non bisogna mettercisi da soli. Sono d’accordo. E aggiungo che nessuna
creatura potrebbe mai mettercisi, poiché nessuna creatura al mondo potrebbe unirsi a
Dio con i propri sforzi, ma bisogna che Dio la unisca a sé. Se non si può unirsi a Dio da
soli, gridare contro chi ci prova da solo è gridare contro una chimera!
Mi potrete dire: si finge di esserci. Fingere non è possibile, poiché chi muore di fame
non può fingere, soprattutto non a lungo, di essere perfettamente sazio. Gli sfuggirà
qualche desiderio o voglia, che ben presto farà capire che è molto lontano dal suo fine.
Quindi, poiché nessuno può arrivare al suo fine se non vi viene messo, non si tratta di
introdurvi nessuno ma di mostrargli la via da seguire e di scongiurarlo di non restare le-
gati a dimore o pratiche che, una volta avuto il segnale, vanno abbandonate. Il segnale è
dato dal direttore spirituale esperto, che mostra la fonte dell’acqua viva e cerca di intro-
durci a essa. Non sarebbe forse una crudeltà da punire, il mostrare una fonte a un uomo
assetato, poi tenerlo legato e impedirgli di andarci, lasciandolo così morire di sete?
14. È quello che si fa oggigiorno. Siamo tutti d’accordo sul cammino, e siamo tutti