Page 29 - Metodo breve per fare Orazione
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ha affidato. «Parlate al cuore di Gerusalemme» (Is 40,2). Oh, dispensatori delle sue gra-
zie! Oh, predicatori della sua parola! Oh, ministri dei suoi sacramenti! Fondate il suo
Regno! E per fondarlo veramente, fatelo regnare sui cuori! Siccome è solo il cuore che
può opporsi al Suo impero, è con l’assoggettamento del cuore che più si onora la sua
sovranità. «Rendete gloria alla santità di Dio e diventerà la vostra santificazione» (Is
8,13-14). Tenete dei catechismi privati per insegnare a fare orazione, non con l’uso del-
la ragione né di un metodo (le persone semplici non ne sarebbero capaci) ma
un’orazione di cuore e non di testa, un’orazione che viene dallo Spirito di Dio e non
dall’invenzione dell’uomo.
7. Ahimè, si vogliono fare delle orazioni studiate. E per volerle rimaneggiare troppo, le
si rendono impossibili. Abbiamo allontanato i bambini dal migliore di tutti i padri per
aver voluto insegnar loro un linguaggio troppo corretto. Andate, poveri bambini, parlate
al vostro padre celeste con il linguaggio che vi è naturale: per quanto barbaro e grosso-
lano sia, per Lui non lo è affatto. Un padre preferisce un discorso che l’amore e il rispet-
to rendono confuso, perché vede che viene dal cuore, a un sermone povero, vano e steri-
le, benché ben studiato. Quanto lo affascinano e lo attraggono certe occhiate d’amore!
Esse esprimono infinitamente più di qualsiasi linguaggio e ragionamento.
8. Ahimè, per aver voluto insegnare ad amare con metodo questo amore senza limiti si è
perso l’amore. Non è necessario imparare l’arte d’amare! Il linguaggio dell’amore sem-
bra barbaro a colui che non ama. Ma è spontaneo per colui che ama. E il miglior modo
per imparare ad amare Dio è amandolo. In questa attività spesso i più rozzi diventano i
più abili, perché si abbandonano a Dio più semplicemente e spontaneamente. Lo Spirito
di Dio non ha bisogno di aggiustamenti. Quando vuole, prende dei pastori per farne dei
profeti. E invece di chiudere il palazzo dell’orazione a qualcuno,.come si potrebbe im-
maginare, lascia al contrario le sue porte aperte a tutti e la Sapienza ha ordine di gridare
nelle piazze pubbliche: «Chi è semplice, venga a me!» e «Ha detto agli inesperti: venite,
mangiate il mio pane, bevete il vino che ho preparato per voi» (Pr 9,4-5). Non è forse
vero che Gesù Cristo ringrazia il Padre «perché ha nascoste queste cose ai dotti e ai sa-
pienti e le ha rivelate ai piccoli» (Mt 11,25)?
XXIV
QUAL È IL METODO PIÙ SICURO PER ARRIVARE ALL’UNIONE DIVINA?
1. Arrivare all’unione divina per la sola via della meditazione è impossibile per molte
ragioni, di cui ne dirò alcune.
In primo luogo, secondo la Scrittura, «nessun uomo può vedere Dio e restare vivo» (Es
33,20). Orbene, ogni esercizio dell’orazione discorsiva o anche della contemplazione
attiva, vista come una meta da raggiungere e non come una disposizione a quella passi-
va, sono degli esercizi vivi con i quali non possiamo vedere Dio, cioè essere uniti a Lui.
Bisogna che tutto ciò che è dell’uomo e della sua attività, per quanto nobile e virtuosa
possa essere, bisogna, dicevo, che tutto questo muoia.
San Giovanni riferisce che «si fece nel cielo un gran silenzio» (Ap 8,1). Il cielo rappre-
senta il fondo e il centro dell’anima, dove bisogna che tutto sia in silenzio quando la