Page 22 - Metodo breve per fare Orazione
P. 22

È dunque un’azione, ma un’azione così nobile, così pacata e tranquilla che all’anima
                  sembra di non agire, perché lo fa in maniera naturale. Quando una ruota si muove len-
                  tamente, la si distingue bene. Ma quando va molto veloce, non si distingue più niente.
                  L’anima che resta in riposo presso Dio ha un’azione infinitamente nobile è importante
                  ma molto pacata. Più è in pace, più corre velocemente, perché si abbandona allo Spirito
                  che la muove e la fa agire.

                  3. Questo spirito non è altro che Dio che ci attrae, e attraendoci ci fa correre a Lui, come
                  sapeva bene la divina amante, quando diceva: «Attirami dietro a te. Corriamo» (Ct 1,3).
                  Attirami, o mio divino centro, con il più profondo me stesso, e le potenze e i sensi cor-
                  reranno a voi tramite questa attrazione! Questa sola attrazione è un unguento che guari-
                  sce e un profumo che attrae. «Correremo verso l’odore dei vostri profumi» dice. È una
                  virtù attrattiva molto forte, ma una virtù che l’anima segue molto liberamente. È forte e
                  dolce, attrae con la sua forza e solleva con la dolcezza. La sposa dice: «Attirami, cor-
                  riamo». Ella parla di se stessa e a se stessa. «Attirami»: ecco l’unità del centro che è at-
                  tirato. «Corriamo»: ecco la corrispondenza e la corsa di tutte le potenze e dei sensi, che
                  seguono il richiamo del fondo dell’anima.

                  4. Quindi non si tratta di restare in ozio, ma di agire secondo lo spirito di Dio che deve
                  amarci perché: «È in Lui e tramite Lui che noi viviamo, agiamo e siamo» (At 17,28).
                  Questa dipendenza dallo spirito di Dio è assolutamente necessaria e fa sì che l’anima in
                  poco tempo arrivi alla semplicità e all’unità. nella quale è stata creata.
                  L’anima è stata creata unica e semplice, come Dio. Per arrivare al fine della sua crea-
                  zione, bisogna quindi lasciare la molteplicità delle nostre azioni per entrare nella sem-
                  plicità e nell’unità di Dio «a immagine del quale noi siamo stati creati» (Gen 1,27). Dio
                  è Uno e molteplice, e la sua unità non esclude la sua molteplicità. Noi siamo uno quan-
                  do siamo uniti al Suo spirito e abbiamo uno stesso Spirito con Lui. E siamo moltiplicati
                  esteriormente, per quello che riguarda le sue volontà, senza uscire dall’unità. In modo
                  che, poiché Dio agisce infinitamente e noi ci lasciamo condurre dal suo Spirito, agiamo
                  molto di più così che con la nostra azione.
                  Bisogna lasciarsi condurre dalla Sapienza. Questa Sapienza è «più attiva delle cose più
                  in moto» (Sap 7,24). Lasciamoci quindi condurre dalla sua azione e agiremo molto for-
                  temente.

                  5. «Tutto è stato fatto per mezzo del Verbo, e senza di Lui, neppure una delle cose crea-
                  te è stata fatta» (Gv 1,3). Dio, creandoci, ci ha creati «a sua immagine e somiglianza»
                  (Gen  2,7).  Ci  ispirò  lo  spirito  del  Verbo  tramite  questo  «soffio  di  vita»  che  ci  dette
                  quando fummo creati a immagine di Dio attraverso la partecipazione a questa vita del
                  Verbo che è l’Immagine di suo Padre. Orbene, questa vita è una, semplice, pura, intima
                  e sempre feconda.
                  Avendo il demonio, con il peccato, intaccato e sfigurato questa bella immagine, è stato
                  necessario che questo stesso Verbo, il cui spirito ci era stato ispirato con la creazione,
                  venisse a ripararla: Bisognava che lo facesse Lui, perché è l’Immagine di suo Padre e
                  l’immagine non si ripara agendo ma subendo l’azione di colui che la vuole riparare.
                  La nostra azione consiste quindi nel metterci nella condizione di subire l’azione di Dio,
                  e il Verbo deve imprimere in noi la sua immagine. Un’immagine che si muovesse im-
                  pedirebbe al pittore di raffigurarla su un quadro. Tutti i movimenti che facciamo con il
   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27