Page 21 - Metodo breve per fare Orazione
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l’anima è messa nella verità del tutto di Dio e del niente della creatura.
Non ci sono che queste due verità, il tutto e il niente. Tutto il resto è menzogna. Non
possiamo onorare il tutto di Dio se non attraverso il nostro annientamento. E non appena
ci siamo annullati, Dio, che non ammette il vuoto senza riempirlo, ci riempia subito di
se stesso.
Oh, se conoscessimo i vantaggi che questa orazione porta all’anima, non vorremmo fare
altro. È la «perla preziosa», è il «tesoro nascosto». «Chi lo trova, pieno di gioia, vende
quanto possiede e lo compra» (Mt 13,44). È «il ruscello di acqua viva, che deve scaturi-
re nella vita eterna» (Gv 16,38). È «adorare Dio in spirito e in verità». È praticare le più
pure massime del Vangelo.
5. Gesù Cristo non ci assicura forse che «il Regno di Dio è dentro di noi»? (Lc 17,21).
Questo regno si intende in due maniere. La prima è quando Dio è talmente padrone di
noi che niente gli resiste più. Allora la nostra interiorità è veramente il suo regno.
L’altra è che possedendo Dio, che è il Bene supremo, noi possediamo il regno di Dio
che è il massimo della felicità e il fine per il quale siamo stati creati, come è detto: servi-
re Dio è regnare. Il fine per il quale siamo stati creati è godere di Dio a partire da questa
vita, e non ci si pensa!
XXI
COME SI AGISCE PIÙ INTENSAMENTE E NOBILMENTE
CON QUEST’ORAZIONE CHE CON QUALSIASI ALTRA
1. Alcuni, sentendo parlare del silenzio durante l’orazione, si sono erroneamente per-
suasi che l’anima resti inebetita, morta e inerte. No, assolutamente, essa agisce più no-
bilmente e intensamente. Viene condotta e agisce tramite lo Spirito di Dio. San Paolo
vuole che ci lasciamo «condurre dallo Spirito di Dio» (Rm 8,14).
Non si dice che non bisogna agire, ma che bisogna farlo dipendendo dal movimento del-
la grazia, come è perfettamente illustrato in Ezechiele. Questo profeta vedeva, dice,
«delle ruote che avevano lo spirito di vita» e «andavano ovunque lo spirito le spingesse.
Le ruote si alzavano e si abbassavano, a seconda di come erano mosse. Perché lo spirito
di vita era nelle ruote. Ma esse non indietreggiavano mai» (Ez 1,19-21). L’anima deve
comportarsi in questo modo. Deve lasciarsi condurre e agire secondo lo spirito di vita
che è in lei, seguendo i movimenti della sua azione e nient’altro. Orbene, questo movi-
mento non la porta mai a tornare indietro, cioè a riflettere sulla creatura, ma ad andare
sempre avanti, avanzando incessantemente verso il suo scopo.
2. Questa azione dell’anima è piena di riposo. Quando agisce da sola, agisce con sforzo.
E per questo che allora distingue meglio la propria azione. Ma quando dipende dallo
spirito della grazia, la sua azione è così libera, facile, naturale, che sembra che non agi-
sca. «E mi trasse in luogo di scampo, mi salvò perché mi ha amato» (Sal 18,20).
Appena l’anima si trova nell’inclinazione centrale, ossia rivolta all’interno di se stessa
per mezzo del raccoglimento, è subito in un’azione molto forte, come una corsa
dell’anima verso il suo centro che la attrae e che supera infinitamente la velocità di ogni
altra azione, poiché niente può eguagliare la velocità dell’inclinazione centrale.