Page 19 - Metodo breve per fare Orazione
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gemiti inesprimibili» (Rm 8,26-27).

                  Dicevo inoltre: bisogna assecondare il disegno di Dio, ossia spogliare l’anima dalle pro-
                  prie operazioni per sostituirvi le Sue.

                  2. Dunque lasciatelo fare. E non legatevi a niente da soli. Per quanto buono vi possa
                  sembrare, non lo è per voi, se vi distoglie da quello che Dio vuole da voi. Va preferita la
                  volontà  di  Dio  a  qualsiasi  altro  bene.  Liberatevi  dei  vostri  interessi  e  vivete
                  d’abbandono  e  di  fede.  E  qui  che  la  fede  comincia  a  operare  eccellentemente
                  nell’anima.


                                                          XVIII

                                                      GLI ERRORI


                  1.  Non  appena  si  cade  in  qualche  errore  e  ci  si  sente  sviati,  bisogna  rivolgersi
                  all’interiorità perché, dato che questo errore ci allontana da Dio, bisogna al più presto
                  riavvicinarsi a Lui e subire la penitenza che egli stesso ci impone.
                  È molto importante non preoccuparsi degli errori, perché l’inquietudine deriva solo da
                  un orgoglio segreto e da un amore per la nostra perfezione. Proviamo pena a sentire che
                  cosa siamo. Se ci scoraggiamo ci indeboliremo ancora di più. E la riflessione che fac-
                  ciamo sui nostri errori produce una pena peggiore dell’errore stesso.

                  2. Un’anima veramente umile non si stupisce delle proprie debolezze. Più si vede mise-
                  rabile, più si abbandona a Dio e cerca di rimanere accanto a Lui, rendendosi conto di
                  aver bisogno del suo aiuto. Dobbiamo avere questo comportamento, tanto più che Dio
                  stesso ci dice: «Vi dirò cosa dovete fare. Vi insegnerò la via che dovete prendere e terrò
                  continuamente i miei occhi su di voi per guidarvi» (Sal 32,8).


                                                          XIX

                                        SULLE DISTRAZIONI E TENTAZIONI


                  1. Durante le distrazioni o le tentazioni invece di combatterle direttamente, cosa che non
                  farebbe altro che aumentarle e distogliere l’anima dalla sua aderenza a Dio, che deve es-
                  sere la sua unica attività, l’anima deve semplicemente sviare lo sguardo e avvicinarsi
                  sempre più a Dio. Come un bambino che, vedendo un mostro, non si diverte a combat-
                  terlo, e nemmeno a guardarlo, ma si rifugia dolcemente nel seno della madre dove si
                  sente al sicuro. «Nel suo centro sta Dio, e non vacilla, Dio la soccorre al primo albore»
                  (Sal 46,6).

                  2. Facendo altrimenti, poiché noi siamo deboli, pensando di attaccare i nostri nemici ci
                  troveremo  spesso  feriti,  se  non  abbattuti  del  tutto.  Invece  restando  semplicemente  in
                  presenza  di  Dio  ci  troveremo  improvvisamente  più  forti.  E  quello  che  fece  Davide:
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