Page 15 - Metodo breve per fare Orazione
P. 15

rile,  causato  dalla  penuria,  bensì  un  silenzio  pieno  e  dolce,  causato  dall’abbondanza.
                  Davide l’aveva provato  quando diceva:  «La mia anima resterà certamente in silenzio
                  davanti a Dio» (Sal 62,1).

                  4. Due [tipi di] persone tacciono: la prima perché non ha niente da dire e la seconda
                  perché ne ha troppo. La stessa cosa succede in questo grado. Si tace per eccesso e non
                  per difetto.
                  L’acqua provoca la morte di due persone in modo ben diverso. La prima muore di sete,
                  la seconda annega. Una muore a causa della penuria, l’altra dell’abbondanza. Qui è pro-
                  prio l’abbondanza che fa cessare le operazioni. E dunque essenziale, a questo grado, re-
                  stare il più possibile in silenzio. Il neonato attaccato alla mammella della sua nutrice ce
                  lo mostra chiaramente. Comincia a succhiare con le sue piccole labbra per far venire il
                  latte, ma quando il latte viene in abbondanza si accontenta di inghiottire senza fare nes-
                  sun movimento. Se si muovesse, nuocerebbe a se stesso. Farebbe colare il latte e sareb-
                  be obbligato a smettere di succhiare. Allo stesso modo, all’inizio, bisogna muovere le
                  labbra dell’affezione. Ma quando il latte della grazia cola, non rimane altro
                  da fare che riposarsi, inghiottendo dolcemente. E quando non c’è più latte, muovere un
                  po’ l’affezione, come il bambino fa con le labbra. Chi facesse diversamente non potreb-
                  be approfittare di questa grazia.

                  5. Che cosa succede a questo bambino che prende dolcemente il latte in pace, senza
                  muoversi? Chi potrebbe credere che si nutre in questo modo? Tuttavia più succhia in
                  pace, più viene il latte. Che cosa succede, mi chiedo, a questo bambino? Si addormenta
                  sul seno della madre. Quest’anima pacata spesso, mentre prega, si addormenta nel son-
                  no mistico35 in cui tutte le forze tacciono fino a che entrano in quello stato che è loro
                  temporaneamente dato. Potete notare che l’anima è stata condotta fin qui in maniera del
                  tutto naturale, senza problemi, senza sforzi, senza studio, senza artificio.
                  L’interiorità  non  è  una roccaforte che si  conquista con i  cannoni,  bensì con l’amore.
                  Quindi,  seguendo  dolcemente  questo  cammino  così  intrapreso,  si  arriverà  ben  presto
                  all’orazione infusa. Dio non chiede niente di straordinario, né di più difficile. Anzi, una
                  strada molto semplice e infantile gli piace di più.

                  6. Le cose più grandi nella religione sono anche le più semplici. I sacramenti fondamen-
                  tali sono i più facili. Lo stesso vale per le cose della natura. Volete andare al mare? An-
                  date con una barca su un fiume, e a poco a poco e senza sforzo ci arriverete. Volete av-
                  vicinarvi a Dio? Prendete questa via così dolce e semplice, e in poco tempo ci arriverete
                  in una maniera che vi sorprenderà.
                  Oh,  se  voi  voleste  provare!  Vedreste  subito  che  vi  è  stato  detto  troppo  poco,  e
                  l’esperienza che fareste andrebbe ben al di là di quello che è scritto qui! Di che cosa a-
                  vete paura? Abbandonatevi subito nelle braccia dell’Amore, che le ha tese sulla croce
                  solo per ricevervi! Quale rischio può mai esserci nel fidarsi di Dio e nell’abbandonarsi a
                  Lui? Non vi tradirà, se non in maniera piacevole, dandovi molto più di quello che voi vi
                  aspettate. Invece quelli che si aspettano tutto da se stessi potrebbero ascoltare questo
                  rimprovero che Dio fa per bocca di Isaia: «Vi siete stancati per la molteplicità delle vo-
                  stre vie e non avete mai detto: restiamo in pace» (Is 57,10).


                                                          XIII
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20