Page 10 - Metodo breve per fare Orazione
P. 10
a Dio, di non voler tornare indietro una volta che vi siete dati a Lui, e di pensare che
quando avete donato una cosa non è più vostra.
2. L’abbandono è la conseguenza di tutto il cammino ed è la chiave di tutta l’interiorità.
Chi sa bene abbandonarsi sarà ben presto perfetto. Bisogna quindi tenersi saldi
nell’abbandono, senza ragionare, senza riflettere. Una grande fede porta a un grande ab-
bandono. Bisogna confidare in Dio «sperando contro ogni speranza» (Rm 4,18).
3. Abbandono significa rinunciare a qualsiasi cura di noi stessi per affidarci interamente
a Dio. Tutti i cristiani sono esortati ad abbandonarsi. Poiché è stato detto a tutti: «Non
vogliate dunque mettervi in pena per il domani, il Padre celeste sa di cosa avete biso-
gno» (Mt 6,32 e 34). «Pensate a Lui in tutte le sue vie e il Signore dirigerà i vostri pas-
si» (Pr 16,3). «Raccomandate a Dio le vostre opere e i vostri progetti, avranno buon esi-
to. Affidate al Signore il vostro cammino e mettete in Lui la speranza: egli farà» (Sal
37,5). Quindi l’abbandono deve essere, sia esteriormente che interiormente, un mettersi
totalmente nelle mani di Dio, dimenticando se stessi e non pensando che a Dio. In que-
sto modo il cuore resta sempre libero, contento e puro.
4. Riguardo alla pratica, continuate a rimettere ogni volontà personale nella volontà di
Dio, rinunciate a tutte le inclinazioni individuali, per quanto buone possano sembrare.
Non appena le sentite nascere, mettetevi in uno stato di indifferenza e non desiderate
che quello che Dio ha voluto fin dalla sua eternità. Siate indifferenti a ogni cosa del cor-
po e dell’anima, riguardo ai beni effimeri ed eterni. Lasciate il passato nell’oblio, affida-
te l’avvenire alla provvidenza e donate il presente a Dio. Accontentatevi del momento
presente che porta con sé l’ordine eterno di Dio nei nostri confronti, e che è per noi una
dichiarazione della volontà di Dio tanto infallibile quanto comune e inevitabile per tutti.
Non incolpate la creatura di quello che succede, ma guardate tutte le cose in Dio, come
provenienti infallibilmente dalla sua mano (a eccezione del nostro peccato).
Lasciatevi dunque condurre a Dio come Lui vorrà, interiormente ed esteriormente.
VII
SOFFERENZA
1. Siate contenti di tutto quello che Dio vi farà soffrire. Se lo amate davvero, dovrete
amarlo sia sul Calvario che sul Tabor, poiché è il luogo in cui dimostra il massimo
dell’amore. Non fate come quelle persone che in un tempo si donano a Dio e nell’altro
tornano indietro. Esse si danno a Lui per essere accarezzate e si ritirano quando sono
crocifisse, oppure cercano nella creatura la consolazione.
2. No, anime care, troverete consolazione solo nell’amore della croce e nel completo
abbandono. Chi non ha il gusto della croce non ha il gusto di Dio! È impossibile amare
Dio senza amare la croce e il cuore che ha il gusto della croce trova dolci, piacevoli,
gradevoli anche le cose più amare. «Un’anima affamata trova dolce anche l’amaro» (Pr
27,7), perché è affamata del suo Dio quanto della croce. La croce dà Dio e Dio dà la
croce. L’abbandono e la croce sono inscindibili.