Page 7 - Metodo breve per fare Orazione
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quando si disperdono.
È un modo veloce ed efficace di combattere le distrazioni. Infatti chi le vuole combatte-
re direttamente le irrita e le fa aumentare. Mentre se ci immergiamo nella fede di Dio e
ci raccogliamo semplicemente, le combattiamo indirettamente e senza pensarci ma mol-
to efficacemente.
Avverto anche i principianti di non correre di verità in verità, di soggetto in soggetto,
ma di soffermarsi sullo stesso fino a che ci trovano gusto. L’unico modo per penetrare
velocemente le verità è quello di gustarle e imprimersele nell’anima.
Io penso che all’inizio sia difficile raccogliersi, perché l’anima è abituata a essere
all’esterno. Ma quando ha preso un po’ l’abitudine, dopo essersi forzata, le diventa più
facile sia perché si abitua sia perché Dio, che non domanda altro che di comunicarsi alla
sua creatura, le manda abbondanti grazie e le fa sperimentare il gusto della sua presen-
za, che le rende il compito facilissimo.
III
PER CHI NON SA LEGGERE
1. Coloro che non sanno leggere, non è detto che debbano rinunciare all’orazione. Gesù
Cristo è il grande libro, scritto all’esterno e all’interno, che insegnerà loro ogni cosa. Es-
si devono usare questo metodo.
Innanzi tutto bisogna che imparino una verità fondamentale, ossia che «il regno di Dio è
dentro» di loro (Lc 17,21) ed è lì che bisogna cercarlo. I parroci dovrebbero insegnare ai
loro parrocchiani a fare orazione, così come insegnano loro il catechismo. Essi insegna-
no loro il fine per il quale sono stati creati e non a godere di questo fine. Che glielo in-
segnino in questo modo.
Comincino da un profondo atto di adorazione e di annullamento davanti a Dio e a que-
sto punto, cercando di chiudere gli occhi del corpo, aprano quelli dell’anima e la ripor-
tino all’interno. Occupandosi direttamente della presenza di Dio con la viva fede che
Dio è in loro, senza lasciare che le loro potenze e i loro sensi vadano all’esterno, li ten-
gano più imprigionati che possono.
2. In questo modo dicano il loro Pater in volgare, comprendendo un po’ quello che di-
cono, e pensando che Dio dimora in loro e desidera essere il loro Padre. In questo stato
potranno fargli le loro piccole richieste e dopo aver pronunciato la parola «Padre» resti-
no per un po’ in silenzio, rispettosi, aspettando che il Padre faccia loro conoscere la Sua
volontà. Altre volte, considerandosi come dei bambini sporchi e viziati dalle cadute, che
non hanno forza né per reggersi in piedi, né per pulirsi, si confidino con umiltà e contri-
zione al Padre mescolando parole d’amore e di dolore, e poi restando in silenzio.
In seguito, continuando il loro Pater, preghino questo re glorioso di regnare in loro, ab-
bandonandosi a Lui affinché permetta loro di cedergli i diritti che hanno su se stessi. Poi
restino in silenzio. Dopo facciano la seconda richiesta. Se si sentono inclini alla pace e
al silenzio, non vadano avanti ma restino così finché dura questo stato. Quindi prosegui-
ranno con la seconda richiesta: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra». A
questo punto desidereranno che Dio compia in loro e tramite loro tutte le sue volontà.
Affideranno a Dio la loro volontà e la loro libertà, perché ne disponga a suo gradimento.