Page 16 - Metodo breve per fare Orazione
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RIPOSO


                  1. Una volta che l’anima è arrivata fin qui non ha più bisogno di nessun’altra prepara-
                  zione, oltre al riposo. Poiché a questo punto la presenza di Dio durante il giorno, pre-
                  senza che è frutto dell’orazione, comincia a essere infusa ed è quasi continua. L’ani ma
                  gioisce nel suo profondo di una felicità immensa. Trova Dio in se stessa più di se stessa.
                  Non ha ché una cosa da fare per trovano, immergersi in se stessa. Appena chiude gli oc-
                  chi, si trova coinvolta e in orazione. È meravigliata di un tale bene e intrattiene dentro di
                  sé una conversazione che l’esteriorità non interrompe.

                  2. Si può dire su questo tipo di orazione quello che è stato detto sulla Sapienza: «Ogni
                  bene è venuto insieme a lei» (Sap 7,11). Infatti le virtù fluiscono volentieri nell’anima
                  che le pratica in una maniera così facile che sembrano esserle naturali. Essa ha un ger-
                  me  di  vita  e  di  fecondità  che  tiene  l’anima  in  vigore  per  tutto  ciò  che  è  buono,  e
                  dell’insensibilità per tutto ciò che è cattivo.
                  Che resti quindi fedele in questo stato, e che si guardi bene dal cercare qualsiasi altra di-
                  sposizione al di fuori del semplice riposo, che sia la confessione, la comunione, l’azione
                  o l’orazione. Non bisogna far altro che lasciarsi colmare da questa effusione divina.
                  Non intendo parlare della preparazione necessaria per i sacramenti, ma solo della dispo-
                  sizione interiore.


                                                          XIV

                                                       SILENZIO


                  1. «Rimanete in silenzio davanti al Signore e aspettatelo» (Sal 37,7). La ragione per la
                  quale il silenzio interiore è così necessario è che, siccome il Verbo è la parola eterna ed
                  essenziale, perché sia ricevuto nell’anima bisogna avere una disposizione che abbia un
                  qualche rapporto con ciò che egli è. Ora, è certo che per ricevere la parola bisogna fare
                  attenzione e ascoltare. L’udito è il senso creato per ricevere la parola che gli è comuni-
                  cata. E un senso passivo e non attivo, che riceve e non comunica. Poiché il Verbo è la
                  parola che deve essere comunicata all’anima e rivivificarla, bisogna che l’anima ascolti
                  con attenzione.

                  2. E per questo che ci sono molti punti che ci esortano ad ascoltare Dio e a fare atten-
                  zione alla sua voce. Ne potremmo menzionare molti. Ma ci accontenteremo di riportare
                  questi:
                         Ascoltatemi, voi tutti che siete il mio popolo, nazione che ho scelto, udite la mia
                         voce (Is 51,4);
                         Ascoltatemi, voi tutti che siete stati portati da me fin dal seno materno, e che io
                         ho tenuto nelle mie viscere (Is 46,3);
                         Odimi, o figlia, e mira e porgi ascolto: dimentica la casa di tuo padre e il re
                         s’invaghirà della tua bellezza (Sal 45,11).
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