Page 17 - Metodo breve per fare Orazione
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Bisogna ascoltare Dio e prestargli attenzione, dimenticare se stessi e ogni interesse. So-
lo queste due azioni – o piuttosto passioni, poiché sono tutte passive – attirano l’amore
della bellezza che egli stesso comunica. Ascoltare e stare attenti, dimenticare se stessi. Il
silenzio esteriore è molto importante per coltivare il silenzio interiore, ed è impossibile
diventare interiori senza amare il silenzio e il ritiro Dio celo dice tramite il suo profeta:
«Ma, ecco, io la attirerò e la condurrò nella solitudine, ove parlerò al suo cuore» (Os
2,16). Come si fa a essere occupati da Dio interiormente e occuparsi esteriormente di
mille sciocchezze? Questo è impossibile. Quando la debolezza vi ha portato a diffon-
dervi all’esterno, bisogna ritornare all’interno, e restarvi fedeli tutte le volte che siamo
distratti e pensiamo ad altro. Sarebbe troppo poco fare orazione e raccogliersi per
mezz’ora o un’ora, se non si conservasse la devozione e l’orazione per tutto il giorno.
XV
CONFESSIONE ED ESAME
1. L’esame deve sempre precedere la confessione, ma deve essere conforme allo stato
dell’anima. Le anime che sono qui devono esporsi davanti a Dio che non mancherà di
illuminarle e di fare conoscere loro la natura dei loro errori. Bisogna che questo esame
sia fatto con pace e tranquillità, aspettandosi più da Dio che dalla nostra ricerca.
Quando ci esaminiamo con sforzo, ci disprezziamo facilmente. Confondiamo il male
con il bene e il bene con il male. E l’amor proprio ci inganna facilmente. Ma quando re-
stiamo esposti agli occhi di Dio, c’è un sole che illumina fino ai più piccoli atomi. Biso-
gna quindi lasciarsi andare e abbandonarsi senza riserbo a Dio, sia per l’esame che per
la confessione.
2. Appena siamo in questo tipo di orazione, Dio non manca di rimproverare l’anima per
tutti gli errori che ha fatto. Quando ha commesso un errore, sente come un bruciore. Al-
lora Dio fa un esame, al quale non sfugge niente. E l’anima non deve far altro che rivol-
gersi a Dio, soffrendo la pena e la correzione che Dio le fa.
Poiché questo esame che Dio fa è continuo, l’anima non può più esaminarsi da sola. Se
è fedele ad abbandonarsi a Dio, sarà esaminata molto meglio dalla sua luce che da tutte
le proprie cure. E l’esperienza glielo mostrerà chiaramente.
3. Per quanto riguarda la confessione, è necessario avvertire le persone che percorrono
questa strada che quando si avvicineranno al confessionale e cominceranno a dire i loro
peccati si meraviglieranno spesso di una cosa: invece del dispiacere e di un atto di con-
trizione che sono abituate a fare, un amore dolce e pacato si impossesserà del loro cuo-
re.
Le persone non istruite vogliono uscire da lì per fare un atto di contrizione, perché han-
no sentito dire che è necessario, ed è vero. Ma non vedono che perdono la vera contri-
zione, che è questo amore infuso, infinitamente più grande di quello che potrebbero
produrre da sole. Hanno l’atto sostanziale benché non abbiano quello formale. Non si
devono preoccupare di farlo quando Dio lo fa per loro, in loro, tramite loro. Odiare il
peccato in questo modo equivale a odiarlo come lo odia Dio. L’amore che Dio infonde