Page 20 - Metodo breve per fare Orazione
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«Sempre io tengo il Signore innanzi a me. Poiché egli è alla mia destra, io non vacillo.
Ne ho lieto il cuore e pure la mia carne riposa sicura» (Sal 16,8-9). Nell’Esodo si dice:
«Il Signore combatterà per voi e voi resterete a riposo» (Es 14,14).
XX
SULLA PREGHIERA
1. La preghiera deve essere sia orazione che sacrificio. L’orazione, secondo la testimo-
nianza di san Giovanni, è un incenso il cui fumo sale a Dio. E per questo che viene detto
nell’Apocalisse che «l’Angelo teneva un turibolo d’oro in mano, dove c’era il profumo
delle preghiere di tutti i santi» (Ap 8,3).
La preghiera è un’effusione del cuore in presenza di Dio. «Io effondo il mio cuore da-
vanti al Signore» diceva la madre di Samuele (1Sam 1,15). Ed è per questo che la pre-
ghiera dei re magi nella stalla era simbolizzata dall’incenso che offrirono.
2. La preghiera non è altro che un calore d’amore che fonde e dissolve l’anima, la puri-
fica e la fa salire fino a Dio. A mano a mano che si fonde, diffonde il suo profumo e
questo profumo proviene dalla carità che la brucia.
È quello che la Sposa esprimeva quando diceva: «Quando il mio Beneamato si trovava
nel suo letto il mio nardo espandeva il suo odore» (Ct 1,12). Il letto è il fondo
dell’anima. Quando Dio è presente e siamo in grado di restare presso di Lui e in sua
presenza, questa presenza fonde e dissolve a poco a poco la durezza di quest’anima, e
fondendosi emana il suo profumo. È per questo che lo Sposo, nel vedere la sua sposa
che «si era fusa in questo modo non appena il suo Beneamato ebbe parlato» le disse:
«Chi è quella che sale nel deserto come un piccolo vapore di profumo?» (Ct 5,6 e 3,6).
3. Quest’anima sale così a Dio. Ma per questo bisogna che si lasci distruggere e annien-
tare dalla forza dell’amore. Per la religione cristiana è un sacrificio essenziale, attraver-
so cui l’anima si lascia distruggere e annientare per rendere omaggio alla sovranità di
Dio, come è scritto: «Non c’è che Dio di grande, ed è onorato solo da umili» (Eccli
3,18). Bisogna smettere di essere, affinché lo Spirito del Verbo sia in noì. Orbene, per-
ché venga bisogna cedergli la nostra vita e morire, in modo che Lui possa vivere in noi.
Gesù Cristo, nel santo sacramento dell’altare, è il modello dello stato mistico. Appena
discende su di noi attraverso la parola del prete, bisogna che la sostanza del pane gli ce-
da il posto e che di essa restino solo gli accidenti. Nello stesso modo bisogna che noi
cediamo il nostro essere a quello di Gesù Cristo e che smettiamo di vivere, affinché Lui
possa vivere in noi e che «essendo morti, la nostra vita sia nascosta con Cristo in Dio»
(Col 3,3). «Venite a me» dice Dio «voi che mi desiderate con ardore» (Eccli 24,18).
Come arrivare a Dio? Si può fare solo uscendo da noi stessi per perderci in Lui, cosa
che si avvererà solo attraverso l’annientamento. In questo consiste la vera preghiera che
rende a Dio «l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli» (Ap 5,13).
4. Questa preghiera è la preghiera di verità. È «adorare il Padre in spirito e in verità»
(Gv 4,23). In spirito perché così siamo sottratti alla nostra maniera di agire umana e
carnale, per entrare nella purezza dello spirito che prega in noi. È in verità, perché da lì