Page 35 - Lodi della Vergine Madre
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3. Ma quando si potrà dire: Mangiate, amici, bevete e inebriatevi o carissimi? (Ct 5,
                  1) /giusti, dice il Profeta, banchetteranno, ma al cospetto di Dio (Sal 67, 4), ma non
                  nell’ombra. E parlando di sé dice: Mi sazierò quando apparirà la tua gloria (Sal 16,
                  15).  Anche  il  Signore  dice  agli  Apostoli:  Voi  avete perseverato con  me  nelle  mie
                  prove:  e  io  vi  preparo  un  regno  come  il  Padre  mio  l’ha  preparato  per  me,  affinché
                  mangiate e beviate alla mia mensa. Ma dove? Nel mio Regno, dice (Lc 22, 28-30).
                  Beato davvero  chi mangerà il pane nel Regno di Dio. Sia santificato pertanto il tuo
                  Nome,  per  il  quale  frattanto  in  qualche  modo  sei  in  mezzo  a  noi,  o  Signore,
                  abitando per la fede nei nostri cuori, poiché il tuo Nome è stato invocato su di noi
                  (Ef  3,  17).  Venga  il  tuo  Regno.  Venga  ciò  che  è  perfetto  e  sparisca  ciò  che  è
                  parziale (Cfr. 1 Cor 13, 10). Ora, dice l’Apostolo, raccogliete il frutto che vi porta
                  alla santificazione (Rm 6, 22), e il fine è la vita eterna. La Vita eterna, fonte perenne
                  che irriga tutta la superficie del paradiso.
                  E  non  solo  la  irriga,  ma  la  inebria,  fonte  degli  orti,  pozzo  delle  acque  vive  che
                  sgorgano impetuose, e fiume impetuoso che rallegra la città di Dio (Sal 45, 5). E chi è
                  questo fonte della vita se non Cristo Signore? Quando si manifesterà Cristo vostra
                  Vita, anche voi sarete manifestati con lui nella gloria (Col  3,  4).  In  verità  la  stessa
                  pienezza si è annichilita per essere per noi giustizia e santificazione e perdono,
                  senza  che  apparisse  ancora  la  vita  o  la  gloria,  o  la  beatitudine.  Questa  fonte
                  arrivò fino a noi, le sue acque furono portate sulle piazze, anche se lo straniero
                  non  ne  berrà.  Quella  vena  celeste  è  discesa  attraverso  l’acquedotto,  non
                  portando l’abbondanza della fonte, ma cadendo come una pioggia di grazia sui
                  nostri cuori riarsi, a chi più a chi meno. L’acquedotto è pieno, in modo che gli
                  altri possano attingere dalla sua pienezza, ma non riceverne la pienezza stessa.

                  4.  Voi  avete  già  capito,  se  non  sbaglio,  quale  sia  questo  acquedotto  che,
                  ricevendo la pienezza della sorgente dal cuore dello stesso Padre, l’ha data per
                  noi alla luce, anche se non come è, ma quale potevamo comprenderla. Sapete
                  infatti a chi fu detto: Ave, o piena di grazia (Lc 1, 28). O ci meravigliamo che si sia
                  potuto trovare una creatura capace di divenire un tale e così grande acquedotto,
                  simile a quello visto dal Patriarca Giacobbe, la cui sommità toccasse i cieli, anzi,
                  oltrepassasse  i  cieli  e  arrivasse  a  quel  vividissimo  fonte  delle  acque  che  sono
                  sopra i cieli? Se ne meravigliava anche Salomone, e quasi disperando che tale
                  creatura ci potesse essere, diceva: Una donna forte chi la troverà? E in realtà per
                  tanto  tempo  al  genere  umano  mancarono  i  rivoli  della  grazia,  non  essendovi
                  ancora così desiderabile acquedotto di cui parliamo. Né fa meraviglia che si sia
                  fatto attendere così a lungo, se si pensa ai lunghi anni che Noè, uomo giusto,
                  impiegò  per  costruire  l’arca,  nella  quale  si  salvarono  poche,  cioè,  otto  persone
                  (Gen 6, 9) , e questo per un tempo abbastanza breve.

                  5. Ma in che modo questo nostro acquedotto raggiunse un fonte così elevato?
                  Non  in  altra  maniera  che  mediante  un  veemente  desiderio,  mediante  una
                  fervida  devozione,  una  pura  orazione,  come  sta  scritto:  L’orazione  del  giusto
                  penetra i cieli (Eccli 35, 21). E chi fu giusto se non la giusta Maria, dalla quale ci è
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