Page 40 - Lodi della Vergine Madre
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ridiscenderne in maggiore abbondanza. Se invece non ritornano alla fonte, si
disseccano, e infedeli nel poco, non meritiamo di ricevere ciò che è massimo. È
poca cosa il pensiero unito al desiderio della presenza, poco in confronto con
quello che desideriamo grande è ciò che meritiamo; è molto al di sotto il
desiderio, molto superiore è il merito. Saggiamente la sposa si rallegra non poco
di questo poco. Avendo infatti detto: Dimmi dove pascoli, dove riposi nel meriggio,
(Ct 1, 6) ricevendo piccole cose invece di quelle immense, e in cambio del pasto
meridiano offrendo un sacrificio vespertino non mormora affatto, né si rattrista,
come d’ordinario succede, ma ringrazia, e in tutto si mostra più devota. Sa
infatti che se sarà fedele nell’ombra della memoria, otterrà senza dubbio la luce
della presenza. Pertanto Voi che vi ricordate del Signore, non tacete e non lasciatelo
stare in silenzio (Is 62, 6-7). Poiché coloro che hanno presente il Signore non
hanno bisogno di esortazione, e quello che dice un altro Profeta: Loda il Signore,
Gerusalemme, loda il tuo Dio o Sion (Sal 147, 1), sono parole di congratulazione,
più che di ammonizione. Coloro che camminano nella fede hanno bisogno di
essere ammoniti di tacere e di non lasciare stare in silenzio il Signore. Egli parla
infatti, di pace per il Suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore
(Sal 84, 9) , ascolterà quelli che ascoltano lui, e parlerà a quelli che parlano a lui.
Diversamente, se tu taci, fai tacere anche lui. Non tacere dunque. Da che cosa?
Dalla lode di Dio. Non tacete, e non dategli requie fino a che stabilisca sulla terra la
lode di Gerusalemme. La lode di Gerusalemme è lode gioconda e decorosa. Non è
possibile pensare che gli Angeli, cittadini di Gerusalemme, prendano piacere e
si ingannino a vicenda in una lode vana.
14. Sia fatta la tua volontà, o Padre, come in cielo, così in terra (Mt 6, 10) affinché la
lode di Gerusalemme sia stabilita sulla terra. E adesso che cosa c’è? In
Gerusalemme un Angelo non cerca la sua gloria da un altro Angelo, e sulla
terra l’uomo brama di essere lodato da un altro uomo? Esecrabile perversità!
Ma lasciamola a coloro che ignorano Dio, a coloro che si sono dimenticati del
Signore loro Dio (1 Cor 15, 34). Voi che vi ricordate del Signore, non tacete, non
cessate di lodarlo, fino a che la sua lode si stabilisca e sia resa perfetta sulla
terra. C’è infatti un silenzio irreprensibile, anzi, lodevole. C’è anche un discorso
non buono. Altrimenti non avrebbe detto il Profeta: È buona cosa per l’uomo
attendere in silenzio la salvezza di Dio (Lam 3, 26). È cosa buona tacere dalla
millanteria, è buono astenersi dalla bestemmia, dalla mormorazione, dalla
detrazione. Avviene che uno, esasperato da un lavoro lungo e faticoso,
mormora dentro di sé, e giudica coloro che vigilano per la sua anima,
consapevoli del conto che ne devono rendere. È questo un grido che rompe ogni
silenzio, il grido di un animo indurito che fa tacere, in quanto non permette che
venga percepita la voce della parola. Un altro, per la pusillanimità dello spirito,
si lascia prendere dalla disperazione e questa è una bestemmia che non sarà
rimessa né in questa vita, né nella futura. Un altro ancora s’inorgoglisce nel suo
cuore e leva con superbia il suo sguardo, stimandosi più di quello che è, e dice:
La mia mano potente (Dt 32, 27) , e pensa di essere qualche cosa, mentre non è
nulla. Che cosa direbbe a costui Colui che parla di pace? Dice infatti: Tu dici: Io