Page 33 - Lodi della Vergine Madre
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umiltà. Ecco, disse, l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola. Si faccia
indica un desiderio, non esprime un dubbio, e dicendo: Si faccia di me secondo la
tua parola mostra piuttosto l’affetto di chi desidera che l’aspettativa di un effetto
come di chi dubita. Ma non c’è difficoltà a intendere quel «si faccia» come
l’espressione di una preghiera. Nessuno infatti chiede nell’orazione se non ciò
che crede e opera. Ora Dio vuole essere pregato anche riguardo a ciò che
promette. E perciò prima promette molte cose che ha deciso di concedere,
affinché dalla promessa sia eccitata la devozione, e così quello che avrebbe dato
gratuitamente, lo meriti la devota orazione.
Così il pio Signore, il quale vuole che tutti gli uomini si salvino, ci sprona a farci
dei meriti a nostro vantaggio: egli ci previene dandoci quello che poi egli
premia, agisce gratuitamente, ma in modo da non premiarci senza nostro
merito. Questo comprese la Vergine prudente, quando al dono preveniente
della gratuita promessa, unì il merito della sua orazione, dicendo: Si faccia di me
secondo la tua parola. Si faccia di me secondo la tua parola riguardo al Verbo. Il
Verbo che era in principio presso Dio, si faccia carne dalla mia carne secondo la
tua parola. Venga a me il Verbo, non pronunciato che passi, ma concepito che
rimanga, rivestito cioè di carne, non di aria. Venga a me il Verbo, non solo a
colpire l’orecchio, ma visibile agli occhi, che si possa palpare con le mani,
portare in braccio. Né si faccia per me parola scritta e muta, ma incarnata e viva,
non scritto con muti segni su pelli di morte, ma in forma umana impressa nelle
mie caste viscere, e questo, non mediante l’opera di una penna morta, ma per
opera dello Spirito Santo.
Si faccia cioè a me come a nessun altro prima di me e a nessun altro dopo di me.
Ora molte volte e in vari modi Dio ha parlato un tempo ai Padri per mezzo dei
Profeti. Ad alcuni parlò nell’orecchio, ad altri parlò per la loro bocca, ad altri si
manifestò nelle opere delle loro mani, come riferisce la Scrittura. Quanto a me
prego che il Verbo di Dio s’incarni nel mio grembo, secondo la tua parola. Non
voglio che venga a me solennemente declamato, o da figure rappresentato, o
con l’immaginazione sognato, ma nel silenzio ispirato, personalmente
incarnato, corporalmente inviscerato. Il Verbo pertanto, che in sé non poteva, né
aveva bisogno di essere fatto, si degni di essere fatto in me e a me secondo la
tua parola. E sia fatto in generale a tutto il mondo, ma specialmente sia fatto in
me secondo la tua parola.
Ho esposto il brano evangelico così come ho potuto, e non ignoro che non
piacerà a tutti; anzi che per questo sarò oggetto di indignazione da parte di
molti, e, o sarò giudicato di aver fatto cosa superflua, odi essere un
presuntuoso, in quanto ho osato mettere mano a un nuovo commento dopo che
i Padri avevano già commentato molto diffusamente questo testo medesimo.
Ma se uno parla dopo i Padri senza nulla dire contro i Padri, penso che ciò non
debba dispiacere, né ai Padri, né ad alcun altro. Dove poi ho riferito cose già
dette dai Padri, mentre cerco di evitare così ogni forma di presunzione perché
non venga a mancare il frutto della devozione, ascolterò con pazienza quelli che
mi accusano d’aver fatto cosa superflua. Sappiano tuttavia coloro che mi
deridono per un commento ozioso e per nulla necessario, che io non ho tanto