Page 24 - Lodi della Vergine Madre
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chiamato Figlio dell’Altissimo (Lc 1, 32). È detto bene grande egli che meriterà di
                  essere  chiamato  Figlio  dell’Altissimo.  Come  non  sarebbe  grande,  lui  la  cui
                  grandezza non ha confini? E chi è grande come il nostro Dio? (Sal 76, 14). Davvero
                  grande  chi  è  tanto  grande  quanto  Altissimo,  perché  lui  pure  è l’Altissimo.  Il
                  Figlio dell’Altissimo infatti non crederà di fare un furto considerandosi uguale
                  all’Altissimo.  Giustamente  deve  essere  giudicato  di  aver  pensato  ad  un  furto
                  Lucifero,  il  quale,  creato  dal  nulla  e  costituito  nella  forma  angelica,  osò
                  paragonarsi al suo Creatore, pretendendo per sé quello che è proprio del Figlio
                  dell’Altissimo,  il  quale  non  fu  fatto,  ma  da  Dio  generato  nella  forma  di  Dio.
                  L’Altissimo  Padre,  per  quanto  onnipotente,  non  poteva  però  formare  una
                  creatura  simile  a  sé,  come  non  poteva  generare  un  Figlio  che  non  gli  fosse
                  uguale.  Ma  solo  l’Unigenito,  che  non  fece  ma  generò  onnipotente  da
                  onnipotente,  Altissimo  da  Altissimo,  eterno  da  coeterno,  in  tutto  può
                  paragonarsi  a  lui,  senza  commettere  né  rapina,  né  ingiuria.  A  buon  diritto
                  dunque questi sarà grande, lui che sarà chiamato Figlio dell’Altissimo.
                  È  quello  che  comanda  per  mezzo  dei  suoi  ministri  che  sono  nella  Chiesa;
                  obbedisci ai suoi rappresentanti, i tuoi superiori, non solo quando sono buoni e
                  miti, ma anche a quelli difficili, e impara da Gesù stesso che è mite ed umile di
                  cuore, e apparterrai al beato popolo suo che si è scelto come erede, sarai anche
                  tu del suo  popolo,  degno  di lode, che Dio  ha benedetto dicendo:  Tu sei opera
                  delle mie mani, o Israele, mia eredità (Is 19, 25). E perché non pensi con invidia che
                  si parli qui di Israele secondo la carne, te ne dà una prova dicendo: Un popolo
                  che non conoscevo mi ha servito, all’udirmi subito mi obbedivano (Sal 17, 45).

                  13. Ma sentiamo che cosa lo stesso Angelo pensi di colui al quale ha già imposto
                  il nome prima ancora che fosse concepito. Dice infatti: Questi sarà grande, e sarà
                  chiamato Figlio dell’Altissmo (Lc 1, 32). È detto bene grande egli che meriterà di
                  essere  chiamato  Figlio  dell’Altissimo.  Come  non  sarebbe  grande,  lui  la  cui
                  grandezza non ha confini? E chi è grande come il nostro Dio? (Sal 76, 14). Davvero
                  grande  chi  è  tanto  grande  quanto  Altissimo,  perché  lui  pure  è  l’Altissimo.  Il
                  Figlio dell’Altissimo infatti non crederà di fare un furto considerandosi uguale
                  all’Altissimo.  Giustamente  deve  essere  giudicato  di  aver  pensato  ad  un  furto
                  Lucifero,  il  quale,  creato  dal  nulla  e  costituito  nella  forma  angelica,  osò
                  paragonarsi al suo Creatore, pretendendo per sé quello che è proprio del Figlio
                  dell’Altissimo,  il  quale  non  fu  fatto,  ma  da  Dio  generato  nella  forma  di  Dio.
                  L’Altissimo  Padre,  per  quanto  onnipotente,  non  poteva  però  formare  una
                  creatura  simile  a  sé,  come  non  poteva  generare  un  Figlio  che  non  gli  fosse
                  uguale.  Ma  solo  l’Unigenito,  che  non  fece  ma  generò  onnipotente  da
                  onnipotente,  Altissimo  da  Altissimo,  eterno  da  coeterno,  in  tutto  può
                  paragonarsi  a  lui,  senza  commettere  né  rapina,  né  ingiuria.  A  buon  diritto
                  dunque questi sarà grande, lui che sarà chiamato Figlio dell’Altissimo.

                  14.  Ma  perché  questi  sarà  e  non  piuttosto  «è»  grande,  egli  che  è  sempre
                  ugualmente  grande,  non  ha  di  che  crescere,  né  sarà  maggiore  dopo  essere
                  concepito che prima? O forse ha detto appunto: sarà, perché egli che era grande
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