Page 18 - Lodi della Vergine Madre
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dato uno sguardo allo splendore di tanta luce solo di passaggio. Infatti, per
usare le parole dell’apostolo: È cosa buona per noi stare qui (Mt 17, 4), e ci piace
contemplare dolcemente in silenzio ciò che non riesce a spiegare un faticoso
discorso. Intanto, dalla devota contemplazione di questa scintillante stella, ci
disporremo con più fervore alle considerazioni che seguiranno.
OMELIA III
1. Volentieri, quando mi sembra opportuno, mi servo delle parole dei Santi,
affinché almeno la bellezza dei recipienti renda più gradevole al lettore quanto
in essi io gli servo. Comincerò ora dalle parole del Profeta: Guai a me, non perché,
come il Profeta, ho taciuto, ma perché ho parlato, poiché io sono un uomo dalle
labbra immonde (Cfr. Is 6, 5). Ahimè quante cose vane, quante cose false,
quante cose turpi mi sovviene di aver vomitato da questa immondissima bocca,
con la quale presumo ora di pronunziare parole celesti! Temo grandemente di
sentirmi rivolgere da un momento all’ altro il rimprovero: Perché vai ripetendo i
miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza? (Sal 49, 16). Oh se anche a me
venisse portato, non un solo carbone, ma un grande globo di fuoco che
consumasse interamente la molta e inveterata ruggine dalla mia libidinosa
bocca! Così potrei essere degno di commentare con il mio povero discorso il
dolce e casto dialogo tra l’Angelo e la Vergine. Dice dunque l’Evangelista: E
l’Angelo, entrato da lei, da Maria, cioè, disse: Ave, piena di grazia, il Signore è con te.
Dove è entrato da Lei? Nel segreto, penso, della sua modesta stanzetta, dove
forse ella, a porte chiuse, pregava in segreto il Padre suo. Sono soliti i santi
Angeli essere presenti a coloro che pregano, e si compiacciono di coloro che
vedono innalzare le mani pure nell’orazione; essi sono felici di offrire a Dio
l’olocausto della santa devozione e farlo salire a lui come ostia di soave odore.
Quanto fossero gradite al cospetto di Dio le orazioni di Maria, lo diede a vedere
l’Angelo, che, entrato da lei, la salutò con tanta riverenza. Né fu difficile
all’Angelo entrare per la porta chiusa nella stanza della Vergine, potendo egli,
per la sua natura, data la sottilità della sua sostanza, penetrare ovunque
desideri, senza essere impedito da qualsivoglia serratura. Agli spiriti angelici
non sono di ostacolo le pareti, ma tutte le cose visibili e tutti i corpi, per quanto
solidi e spessi sono per essi penetrabili e aperti. Non c’è dunque da supporre
che l’Angelo abbia trovato aperta la porta della Vergine, il cui proposito era di
fuggire la compagnia degli uomini, di evitarne la conversazione, sia perché non
ne venisse turbato il silenzio che favoriva la sua preghiera, sia per non esporre
alla tentazione la sua virtù. La prudentissima Vergine teneva dunque chiusa
anche in quel momento la porta della sua stanza, chiusa per gli uomini, non per
gli Angeli. Questi perciò vi potevano entrare, ma nessun uomo vi aveva facile
accesso.