Page 14 - Lodi della Vergine Madre
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risurrezione, così anche Giuseppe, sposando Maria e sorvegliandola
accuratamente nel tempo in cui gli era affidata, divenne un fedelissimo teste
della sua pudicizia. Ottima convenienza delle due cose, e del dubbio di
Tommaso, e dello sposalizio di Maria. Ci poteva essere infatti per noi un simile
pericolo di inganno circa la verità della fede nell’uno e della castità nell’altra;
ma con molta prudenza e bontà fu disposto che, al contrario, donde si temeva il
sospetto, emergesse la ferma certezza. Io infatti, che sono debole, credo più
facilmente a Tommaso che dubita e palpa che non a Cefa che sente e crede nella
risurrezione di Cristo, e sono più facilmente persuaso della continenza della
Madre dalla testimonianza dello Sposo che la custodisce e la conosce per
esperienza, che non dalla protesta che la stessa Vergine ne fa per la sua
coscienza.
Chi, mi domando, vedendola non sposata e gravida non l’avrebbe detta
meretrice e non Vergine? Ma non era conveniente che si dicesse tale cosa della
Madre del Signore. Era più sopportabile e più onesto che per un certo tempo si
pensasse che Cristo era nato da un normale matrimonio che non da
fornicazione.
13. Ma si dirà: «Non poteva Dio fornire qualche segno chiaro per cui non fosse
infamata la nascita di Cristo, né venisse incriminata la Madre?». Lo poteva
certamente, ma non poteva restare nascosto ai demoni quello che fosse
conosciuto dagli uomini. Ora era necessario che l’arcano disegno divino fosse
nascosto per qualche tempo al Principe di questo mondo, non che Dio potesse
essere impedito o avesse qualcosa da temere da quello nel caso che avesse
voluto compiere la sua opera apertamente; ma perché lui, che ha fatto quanto
voleva non solo con potenza, ma anche con sapienza, come in tutte le sue opere
è solito osservare certe norme di convenienza rispetto alle circostanze e ai
tempi, così anche in questa sua così magnifica opera della nostra redenzione, ha
voluto far mostra non solo di potenza, ma anche di prudenza. E pur potendo
agire in modo diverso a suo piacimento, egli preferì tuttavia operare la
riconciliazione dell’uomo con lui in quel modo e ordine con cui era caduto;
sicché, come il diavolo per prima sedusse la donna, e poi fece cadere l’uomo per
mezzo della donna, così prima fosse sedotto da una donna vergine, e poi
venisse vinto apertamente dall’uomo Cristo; e così, mentre il disegno pietoso
del Signore raggirava la frode della malizia, e la potenza di Cristo schiacciava la
forza del maligno, Dio apparisse più prudente del diavolo e più forte di lui.
Così conveniva che la Sapienza incarnata vincesse la spirituale malizia, per cui
non solo si estendesse da un’estremità all’altra con forza, ma tutto disponesse
anche con soavità. Si estese da una estremità all’altra, cioè, dal cielo fino
all’inferno. Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti (Sal 138, 8). Da
ambedue le parti si estese con forza, quando dal cielo cacciò il superbo, e negli
inferi spogliò l’avaro. Ma conveniva che tutto disponesse con soavità, le cose
celesti e le terrene, in quanto, cacciando dal cielo il ribelle, stabilisse gli altri
nella pace, e venendo qui sulla terra a debellare l’empio, lasciasse a noi il tanto
necessario esempio della sua umiltà e mansuetudine, e così, secondo il