Page 35 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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mezzi. Quando è sottomessa alla ragione, è accompagnata allo stesso tempo da
grandi desideri e piena di saggezza, poiché coloro che la praticano contemplano
l’amore e la bontà di Dio, dove si apprende tutta la saggezza, e ci attingono
verità, umiltà e libertà. È per questo che, mettendosi di fronte all’umanità di
Nostro Signore Gesù Cristo, usano questo linguaggio: “Signore, tu hai detto:
Senza di me, voi non potete niente. E ancora: Se voi non mangiate la mia carne e
non bevete il mio sangue non avete la vita in voi. E: colui che mangia la mia
carne e beve il mio sangue vive in me ed io in lui. Signore, quanto a me, io sono
un povero peccatore, indegno del cibo celeste che tu stesso sei. Tuttavia,
Signore, ti sei donato e concesso per il peccatore che disprezza se stesso, che
confessa e proclama con contrizione i suoi peccati, e che ha veramente fiducia in
te: è in lui che voi mettete le vostre compiacenze. Poiché tu ci hai insegnato che
non sei venuto per chiamare il giusto, ma il peccatore, perché esso si converta e
faccia penitenza dei suoi peccati. È per questo che io mi imbaldanzisco e agisco
liberamente, dimenticandomi me stesso con tutti i miei peccati davanti al
padrone; poiché tu stesso dici: “Venite a me, voi tutti che penate e portate il
fardello, io vi alleggerirò.” Tu ci hai insegnato anche che sei il nostro pane
vivente, sceso dal cielo; chi ne mangia, vive eternamente. Tu sei la sorgente
d’acqua viva che dal cuore di tuo Padre arriva a noi attraverso l’operazione del
Santo Spirito.”
“Ecco perché, Signore, più io mangio, più ho fame; più bevo e più ho sete.
Poiché io non possa né assorbirti, né consumarti; ma ti prego, Signore, per la tua
eccellenza, di assorbirmi e consumarmi in modo che io sia con te e in te una sola
vita. Che nella tua vita io possa elevarmi al di sopra di me stesso, al di sopra di
tutti i mezzi e di tutte le pratiche, fino a questa realtà senza mezzi, fino a questa
carità senza misura, dove tu sei la tua stessa beatitudine e quella di tutti i santi!
Là io troverò il frutto e il bene di tutti i sacramenti, di tutti i mezzi e di tutta la
santità.”
Ma questo frutto, si deve cercarlo attraverso il procedere nei Sacramenti e nella
vita santa; e tuttavia lo si scopre senza mezzi e misure, attraverso un amore
eterno e senza fine. Nell’eternità, restiamo in noi stessi e saremo felici, ordinati
secondo i mezzi della gloria, ciascuno in particolare secondo la misura delle
proprie virtù e del proprio amore. E al di sopra di noi stessi, gioiremo di Dio e
vivremo in lui, al di fuori dei mezzi, in questo amore senza fine che è lui stesso.
Coloro che comprendono e regolano anche la loro vita possono ricevere ogni
giorno il santo Sacramento, se si vuole donarglielo; poiché tutto è in ordine
presso di loro, sono pieni di grazia e di virtù, nell’interiorità e nell’esteriorità, in
tutte le loro pratiche.
È la terza categoria, che comprende gli uomini più alti e più degni di avvicinarsi
al Sacramento. Si riconoscono nella loro vita e nella loro pratica quattro qualità.
La prima è una coscienza pura libera dal peccato. La seconda è una scienza e
una saggezza sovrannaturali che orientano lo sguardo interiore ed esteriore,
cioè la contemplazione e l’azione. La terza è la vera umiltà di cuore, di volontà e
di spirito manifestata nei modi, nelle parole e nelle opere. La quarta qualità
infine consiste nell’essere morto in tutto quello che è proprietà o volontà