Page 32 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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Restano loro così elevati nella luce divina, ricercando e desiderando quello che
                  supera  la  regione  e  resta  incomprensibile,  piuttosto  che  quello  che  possono
                  scoprire e comprendere per se stessi, la loro fede diventa allora perfetta e il loro
                  amore  si  stabilisce  sulla  sua  vera  base.  Diventano  liberi  e  conoscono  Dio,  la
                  verità e la radice di tutte le virtù. Tuttavia, la natura resta viva, e la carne e il
                  sangue si fanno sentire, così come i desideri, la grossolanità, la pigrizia e tutti gli
                  altri  desideri  istintivi.  Ma  dal  momento  in  cui  questi  uomini  se  ne  rendono
                  conto  e  ne  prendono  coscienza,  respingono  e  disprezzano  in  loro  stessi  tutto
                  quello che si oppone a Dio e al loro spirito e tutto quello che per loro sarebbe
                  ritardo  ed  ostacolo  nell’inseguimento  del  loro  bene  più  grande.    Fuggendo
                  anche la sensibilità, si rifugiano interiormente nel loro spirito, davanti a Nostro
                  Signore,  con  fede  e  devozione,  e  pregano  umilmente,  come  faceva  san  Paolo
                  quando  era  tentato  dalla  carne.  È  allora  che  lo  spirito  di  Nostro  Signore  dà
                  risposta  alla  preghiera  umile,  assicurando  che  la  grazia  di  Dio  è  abbastanza
                  forte  per  vincere  tutte  le  tentazioni:  poiché  la  virtù  si  consolida
                  nell’imperfezione presso tutti coloro che lottano e si rifugiano nella preghiera,
                  nel loro spirito e nelle presenza di Dio. Questi uomini somigliano veramente al
                  centurione del Vangelo che credeva già nel suo spirito, ma tuttavia era ancora
                  pagano e incirconciso. Lui comandava a cento uomini d’armi di  servirlo e gli
                  obbedivano sempre. Ma lui aveva un servitore che giaceva senza forze nella sua
                  casa e soffriva gravemente di paralisi. Come egli pregava il Signore di guarirlo,
                  quest’ultimo  gli  rispondeva:  “Io  verrò  e  lo  guarirò.”  Allora  il  centurione
                  rispondeva:  “Signore,  io  non  merito  che  tu  venga  sotto  il  mio  tetto,  ma  dì
                  soltanto una parola e il mio servitore sarà guarito.” Nostro Signore avvertì la
                  fede di quest’uomo e immediatamente il suo servitore fu guarito.
                  Lui  si  reca  anche  dagli  uomini  di  cui  stiamo  parlando.  Essi  soffrono  delle
                  inclinazioni  impure  e  sono  attirati  nel  peccato;  l’amore  e  l’attrattiva  per
                  l’umanità  di  Nostra  Signore  sono  presso  costoro  ostacolate  e  disturbate.  Allo
                  stesso tempo il loro servitore, cioè la parte sensibile, è in contraddizione con Dio
                  e con la parte spirituale; e il nemico tormenta la loro sensibilità, poiché essa non
                  vuole seguire lo spirito che si porta con amore al servitore di Nostro Signore.
                  Nel  periodo  in  cui  dura  questa  lotta,  essi  non  possono  avere  della  fervida
                  attrattiva  per  il  santo  Sacramento;  ma  dicono  nell’umanità  del  loro  cuore:
                  “Signore, io sono impuro; non merito che il tuo santo corpo venga attraverso il
                  Sacramento sotto il tetto sporco del mio corpo. Signore, sono ancora indegno di
                  ogni  onore,  di  ogni  bene  e  di  ogni  consolazione  che  gli  uomini  virtuosi
                  ottengono da te. Devo quindi sempre piangere e gemere, e camminare davanti a
                  te con una fede ferrea. E, anche se sono povero e abbandonato, non ti lascerò,
                  ma griderò e supplicherò sempre, fino a che la mia fede abbia ottenuto dalla tua
                  grazia la guarigione del mio servitore. Io ti loderò allora e ti servirò nella mia
                  anima e nel mio corpo, con tutto me stesso e con tutte le mie forze.”
                  È così dunque che agiscono gli uomini spirituali di questa seconda categoria,
                  che  piacciono  a  Dio  di  più  di  quelli  della  prima.  Invalidi  e  soggetti  alle
                  inclinazioni di natura, privi di consolazione e di dolcezza da parte di Dio, sono
                  tuttavia, nel loro spirito, pieni di fede, di devozione e di amore divino. Hanno
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