Page 24 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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CAPITOLO OTTAVO
                   Sui quattro segni dell’amore eterno di Dio



                   Ecco ora quattro segni dell’amore eterno di Dio, così alti e grandi, che tutta la
                  santa Scrittura, fin dal principio, ci fonda le sue redici.
                  La prima è che Dio ha creato l’uomo, per amore, a sua immagine e somiglianza.
                  La  seconda  è  che  il  Figlio  di  Dio,  la  Saggezza  eterna,  ha  preso  per  amore  la
                  natura umana, rivestendola della propria personalità. La terza consiste nel fatto
                  che  lo  stesso  Figlio  di  Dio,  Gesù  Cristo,  è  morto  per  amore  e  ci  ha  riscattati
                  attraverso  il  suo  prezioso  sangue,  poi  ci  ha  purificati  nel  battesimo  da  tutti i
                  nostri peccati. È così che ci eleviamo al di sopra della nostra natura, ci ha unito a
                  lui nello spirito del suo amore. Il quarto segno è che ci ha donato la sua carne e
                  il suo sangue, tutto quello che lui ha ricevuto dalla nostra natura tutto quello
                  che lui è, Dio e uomo, nel cibo e nel beveraggio, al fine di vivere in noi e di
                  donarci vita in lui per l’eternità.
                  Notate ora con grande cura questi quattro segni di amore: sto per spiegarveli
                  ancora più chiaramente.
                  Dio,  di  tutta  l’eternità,  ha  tanto  amato  il  mondo  che  ci  ha  donato  suo  Figlio
                  unico in quattro modi.
                  Innanzitutto la santa Scrittura ci insegna che Dio Padre celeste ha creato tutti gli
                  uomini  a  sua  immagine  e  somiglianza.  La  sua  immagine  è  suo  Figlio,  la  sua
                  propria  saggezza  eterna:  “Tutte  le  cose  hanno  vita,  dice  San  Giovanni,  tutto
                  quello che  è  stato creato era vita in lui.”  : e  questa vita non  è  nient’altro che
                  l’immagine di Dio, nella quale eternamente Dio ha conosciuto tutte le cose e da
                  cui vengono tutte le creature.
                  Così dunque questa immagine, che è il Figlio di Dio, è eterna, anteriore a tutta
                  la creazione. È in relazione a questa immagine eterna che noi siamo stati tutti
                  creati. Poiché nella parte più  nobile della nostra anima, demanio delle nostre
                  forze superiori, noi siamo costituiti allo stato dello specchio vivente ed eterno di
                  Dio; noi vi portiamo scolpita la sua immagine eterna,  nessun’altra immagine ci
                  potrà mai entrare. Continuamente, questo specchio resta sotto gli occhi di Dio e
                  partecipa  così   all’immagine  che  vi  è  scolpita  all’eternità  stessa  di  Dio.  È  in
                  questa immagine che Dio ci ha conosciuto in se stesso, prima che noi fossimo
                  creati, e che ci conosce ora, nel tempo, creati per lui stesso. Questa immagine si
                  trova  essenzialmente  e  personalmente  presso  tutti  gli  uomini;  ciascuno  la
                  possiede tutta intera e indivisibile, e tutti insieme ne hanno una sola. In questo
                  modo, noi siamo tutti uno, intimamente uniti nella nostra immagine eterna, che
                  è  l’immagine  di  Dio  e  la  sorgente  in  noi  tutti  della  nostra  vita  e  della  nostra
                  chiamata  all’esistenza.   La  nostra  essenza  creata  e  la  nostra  vita  ci  sono
                  attaccate, senza intermediari, come alla loro causa eterna.
                  Tuttavia il nostro essere creato non diventa Dio, non più che l’immagine di Dio
                  non  diventi  creatura.  Poiché  noi  siamo  creati  ad  immagine,  cioè  per  ricevere
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