Page 20 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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CAPITOLO SETTIMO

                   Sul modo e sulla maniera in base alle quali il Cristo si è
                  donato nel santo sacramento


                  Chiunque voglia inebriarsi d’amore deve contemplare, scrutare e ammirare due
                  segni dell’amore che ci testimonia il Cristo nel santo Sacramento, segni così alti
                  e profondi che nessuno può cogliere, né comprendere pienamente.
                  Il primo ci insegna che il Cristo ha donato alla nostra anima la sua carne in cibo
                  e il suo sangue in beveraggio. Una tale meraviglia d’amore non era mai stata
                  capita prima. Ma è la natura dell’amore di donare e ricevere sempre, d’amare e
                  di essere amato, e queste due cose si riscontrano in chiunque ama.
                  Così l’amore del Cristo è avido e liberale: se lui ci dona tutto  quello che ha e
                  tutto quello che è, in cambio prende in noi tutto quello che noi abbiamo e tutto
                  quello che noi siamo; e lui richiede da noi più di quello che noi siamo capaci di
                  donare. La sua fame è smisuratamente grande; ci consuma per intero fino alla
                  fine, talmente la sua avidità è immensa e il suo desiderio insaziabile: lui divora
                  fino al midollo delle nostra ossa. Tuttavia noi ci concediamo volentieri a lui, e
                  più  noi  gli  concediamo,  più  lui  gusta  le  nostre  attrattive.  Ed  anche  se  lui  ci
                  consuma,  non  può  mai  essere  sazio,  poiché  lui  è  insaziabile  e  la  sua  fame  è
                  senza misura; noi siamo poveri, lui lo sa: ma non ne ha cura, non esige di meno.
                  Per prima cosa prepara i suoi pasti e consuma nell’amore tutti i nostri peccati e i
                  nostri difetti. Poi, dopo che siamo purificati attraverso il fuoco dell’amore, lui
                  piomba  su  di  noi  come  l’avvoltoio  sulla  propria  preda.  Poiché  lui  vuole
                  trasformare  e  consumare  la  nostra  vita  piena  di  peccato  nella  sua  vita  tutta
                  piena  di  grazia  e  di  gloria,  che  è  sempre  pronto  a  donarci,  purché  noi
                  consentiamo  a  rinunciare  a  noi  stessi  e  ad  abbandonare  il  peccato.  Se  noi
                  potessimo vedere l’ardente desiderio che ha il Cristo della nostra salvezza, noi
                  non saremmo capaci di trattenerci e ci avvicineremmo noi stessi a lui. Sebbene
                  le mie parole siano strane, quelli che amano mi capiscono bene.
                  L’amore di Gesù è di natura così nobile che, consumando tutto, vuole nutrire.
                  Se lui ci assorbe interamente in lui, di risposta lui si dona lui stesso. Bisogna che
                  nascano in noi la fame e la sete dello spirito, che devono farcelo gustare con un
                  godimento  eterno,  e  a  questa  fame  spirituale  così  come  all’amore  del  nostro
                  cuore  dona  l’alimento  del  proprio  corpo.  E  di  questo  corpo  sacro,  se  noi  lo
                  prendiamo  e  consumiamo  in  noi  con  un’intima  devozione,  fluisce  in  tutto  il
                  nostro essere e nelle nostre vene anche il suo sangue glorioso e pieno d’ardore.
                  Noi siamo infiammati per lui d’amore e di carità di cuore; corpo e anima, siamo
                  impregnati di godimento e di gusto spirituale.
                  È così che lui ci dona la sua vita piena di saggezza, di verità e di insegnamenti,
                  affinché noi lo imitiamo in tutte le virtù; e allora lui vive in noi e noi in lui. Lui
                  ci dona anche la sua anima con la pienezza delle grazie che possiede, affinché,
                  con  una  materia  stabile,  noi  possiamo  sempre  restare  con  lui,  in  comunione
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