Page 14 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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crocifiggere la nostra carne e la nostra natura, resistendo alle tentazioni, ai
voleri e ai desideri malvagi che possono elevarsi in noi contro l’onore di Dio. In
questo modo potremo sempre salire con Nostro Signore Gesù Cristo verso suo
Padre celeste come dei figli liberi, ma anche scendere con lui fino alla
sofferenza, le tentazioni e tutte le prove, come suoi fedeli servitori.
Saremo noi allora così provati e così esercitati in virtù del fatto che ci fu facile di
raccoglierci con il Cristo tanto spesso da vederlo, dovremo tuttavia soffrire
persecuzione; perché noi siamo instabili e sparsi in una folla di pensieri ed
immaginazioni, tanto da vivere così bassi nel tempo. Il Cristo dice anche. “Felici
coloro che subiscono persecuzioni per la giustizia, perché il regno dei cieli è a
loro” (Mt 5,10). Ora, il regno dei cieli è il Cristo vivente in noi con la sua grazia,
e il regno di Dio soffre violenza; è attraverso la forza del Cristo che vive in noi e
lotta con noi che guadagniamo e conquistiamo questo regno.
Anche quando gli uomini ci ingiuriano e ci maledicono, ci perseguitano e
dicono di noi ogni genere di malvagità, ingiustamente e mendacemente, perché
noi serviamo Dio, dobbiamo compiacerci, secondo la parola del Cristo, perché
abbiamo una ricompensa piena e sovrabbondante in cielo.
Nessuno sarà premiato se non colui che avrà combattuto legittimamente. È per
questo che è meglio essere con il Cristo nella tribolazione e nella sofferenza, che
di essere senza di lui nella gioia e nelle delizie. Lui ha detto, in effetti, attraverso
il Profeta: “L’uomo che è nella tribolazione io lo libererò, perché egli ha sperato
in me e io lo proteggerò perché egli ha conosciuto il mio nome. Lui mi ha
invocato e io lo ascolterò. Io sono con lui nella tribolazione: io da essa lo
sottrarrò e lo glorificherò” (Sal 91,14-15). E allora il Profeta Davide dice:
“Signore, voi non avete preparato una tavola contro coloro che ci causano la
tribolazione e la sofferenza.”
CAPITOLO QUARTO
Come bisogna ricevere il sacramento
La tavola di cui parla il Profeta, è l’altare di Dio, dove noi riceviamo un cibo
vivente che ci vivifica, ci fortifica in tutta la sofferenza e ci fa vincere tutti i
nostri nemici come anche gli ostacoli.
È per questo che il Cristo stesso dice a tutti gli uomini: “Se voi non mangiate la
mia carne e non bevete il mio sangue, non avete in voi la vita” (Gv 6,53) E
ancora: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue possiede la vita eterna,
perché vive in me e io in lui” (Gv 6,56)
Questo vivere reciproco, è dunque la vita eterna. E come lui ci fa vivere quaggiù
in mezzo ad una lotta spirituale, noi abbiamo bisogno di un cibo fortificante che
ci faccia trionfare nella lotta e lottare ancora trionfando. Questo cibo è nascosto,
è un pane celeste che non è dato se non a colui che ottiene la vittoria nella lotta e
che nessuno conosce se non l’ha gustato e ricevuto.