Page 10 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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crescerete sempre e approfitterete di entrambe le parti, allo stesso tempo cha la
grazia di Dio si riverserà in voi.
Sotto l’azione di questo benessere che provate in voi stessi, un momento
riderete e quello dopo piangerete come fa un ubriaco. Proverete e gusterete
molto le cose straordinarie che conosce solo che si dona a questo amore: perché
la gioia e l’amore allargheranno il vostro cuore. Allora amerete Dio, lo
ringrazierete e lo loderete, ma allo stesso tempo sentirete che per agire così vi
manca tutto e che siete in difetto. Perché tutto quello che potete fare vi sembrerà
molto piccolo e come niente in confronto ai vostri desideri e rispetto a quello
che l’amore richiede da voi. Questo desiderio porterà al vostro cuore una ferita
dolorosa che non farà che crescere e rinnovarsi senza sosta, sotto l’azione di un
amore tenero verso Dio: allora voi languirete d’amore. A volte sembrerà che il
vostro cuore e le vostre membra debbano spezzarsi, che la vostra stessa vita stia
per svenire e dissolversi sotto la forza dell’impazienza dei desideri, e che questa
impazienza non possa cessare fino a quando voi vivrete.
Poi, quando voi ne dubiterete e almeno ci rifletterete, Dio si nasconderà e
ritirerà la sua mano; tra lui e voi metterà delle tenebre, attraverso le quali non
vedrete niente. Allora piangerete, griderete e gemerete come un povero, un
infelice e un abbandonato.
“Ma ecco che i poveri si abbandonano a Dio”, dice il Profeta: lasciategli dunque
quello che gli spetta e preferite essere nella sua casa respinto e disprezzato
piuttosto che abitare sotto la tenda del superbo. Se Dio è scomparso dai vostri
occhi, voi non gli siete neanche nascosti; perché lui vive in voi, e vi ha donato e
lasciato il suo specchio e la sua immagine, cioè suo Figlio Gesù Cristo, il vostro
Sposo. Dovete portarlo nelle vostre mani, davanti ai vostri occhi e nel vostro
cuore.
San Paolo ha detto, in effetti, che il Figlio di Dio si è umiliato ed è sceso dal cielo
in terra, prendendo la forma di uno schiavo, perché voleva farsi vostro
servitore. Nell’eccesso della sua umiltà, ha detto per mezzo della bocca del
Profeta: “Io sono un verme non un uomo”. Poi, dopo che ebbe compiuto
fedelmente e con amore durante 33 anni il suo servizio verso suo Padre celeste e
verso di noi, venne il tempo in cui volle, attraverso il puro amore, consumare il
suo ministero e morire per la gloria di suo Padre e per la nostra causa.
Allora, nel mezzo del più grande sconforto, fu, nella parte umana di se stesso,
abbandonato e privato della consolazione da parte di Dio, dei suoi amici più
cari e di tutto il mondo. Tuttavia i suoi nemici mortali lo prostravano di
disprezzo, di oltraggi, di ingiurie, di maledizioni e di colpi innumerevoli.
Obbediente verso suo Padre fino alla morte, sopportò volontariamente e di gran
cuore tutta la malizia che potevano inventare ed immaginare sotto l’influenza
del demonio. Allo stesso tempo, pregava per noi e per loro, perdonando i loro
peccati e dicendo: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. E
fu esaudito a causa della sua pietà, per tutti coloro che, per sempre, avranno
coscienza e vorranno pentirsi dei propri peccati. Sapeva bene, dal primo
momento che la sua anima fu creata, che doveva soffrire e morire per i peccati
del mondo; allora quando venne il tempo della sua morte vicina, la sua natura