Page 90 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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luce divina, è preso da Dio ed è scosso dal nuovo contatto d’amore. Così,
vivendo muore e morendo risuscita; e l’avida fame e sete d’amore si
rinnovano in lui ogni momento.
Questo è il secondo modo che potremmo chiamare affettuoso, nel quale
l’amore ha già una somiglianza con Dio e vuole unirsi con Lui. Certo
questo modo è superiore al precedente ed è più utile a noi; è anche causa
di quello, poiché nessuno può trascendere le azioni e giungere alla quiete,
se prima non ha ardentemente e attivamente amato. Perciò la grazia di
Dio e l’amore attivo devono precedere e seguire le azioni. Non possiamo
infatti acquistare meriti né possedere Dio, senza atti d’amore, e neanche,
senza amore, possiamo conservare ciò che abbiamo già conquistato con
l’amore. Stando così le cose, nessuno, che sia sano di mente e sa quello
che dice e abbia le facoltà di amare e di operare, può stare a riposo.
Qualsiasi buono però viene impedito in questo esercizio interno, ogni
volta che si ferma o indugia nei doni di Dio o in qualche creatura, poiché
questo secondo modo è una fame che niente può saziare, fuori di Dio.
CAPITOLO 75
Il terzo modo dell’incontro supremo
Da questi due modi proviene il terzo, che è una Vita Interiore secondo i
precetti della giustizia.
Ora sentite bene. Dio viene a noi, senza sosta, con o senza intermediario,
e ci chiede di agire e di fruire di Lui, ma in modo che una cosa non sia
impedita dall’altra, ma che sia piuttosto sostenuta e rafforzata dall’altra.
Perciò la vita dell’uomo interiore ha due sensi: la quiete e l’azione;
nell’una e nell’altra però dev’essere intero e indiviso, poiché egli è tutto in
Dio, nel quale riposa fruitivamente, ed è tutto in se stesso, dove ama
attivamente. Ed è messo all’erta ogni momento da Dio, perché rinnovi
ambedue le cose. La quiete e l’azione. E la giustizia, che anima lo spirito
umano, vuole dare a Dio ogni momento tutto ciò ch’Egli s’aspetta. Così a
ciascuna irradiazione di Dio, attiva o passiva, lo spirito si raccoglie in se
stesso e con questo atti si rinnova in tutte le virtù e s’immerge più
profondamente nella quiete fruitiva. In un solo atto Dio dona Se Stesso e
tutti i suoi doni; e parimenti lo spirito, ogni volta che rientra in sé, dona a
Dio se stesso e tutte le sue azioni.
Ma attraverso la luce che Dio irraggia dentro, attraverso l’inclinazione a
fruire di Lui, e attraverso l’amorosa immersione e liquefazione, lo spirito
tende verso Dio e senza sosta viene rapito e portato nella quiete. Poi,
attraverso i doni dell’intelletto e della sapienza saporosa, subisce un tocco