Page 84 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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se sarà sazio di altre cose, non potrà percepire, al gusto, che cosa sia Dio.
                  In breve, dunque: noi stessi, nelle virtù e nella somiglianza di Dio, e al di
                  sopra  di  noi  stessi,  attraverso  l’amore,  possederemo  Dio  nella  quiete  e
                  nell’unione.
                  Questo basti del primo grado del dono dell’Intelletto, che riguarda come
                  si fondi nell’unità colui che è dotato di amore verso tutti.


                  CAPITOLO 69
                  Secondo grado del dono dell’Intelletto

                  Come,  quando  tutto  è  illuminato  dal  sole,  lo  splendore  del  mondo,
                  l’eleganza e la ricchezza delle cose prendono rilievo e si manifestano ai
                  nostri  sensi  e  gli  occhi  illuminati  allietano  gli  animi  con  la  molteplice
                  varietà dei colori, così, quando diventiamo semplici e puri dentro di noi e
                  il nostro intelletto passivo è illuminato e irradiato col dono dell’Intelletto,
                  diventiamo capaci di cogliere le eccelse proprietà e attributi di Dio, che
                  sono  la  causa  di  tutte  le  attività  che  promanano  da  Lui.  Sebbene  gli
                  uomini possano capire le opere di Dio e Dio stesso attraverso i suoi effetti,
                  tuttavia nessuno, che non sia fornito di questo dono, potrà comprendere
                  gli attributi dai quali le opere di Dio promanano e avere un’intelligenza
                  gustosa  e  adeguata  di  ciò  ch’essi  sono  nella  loro  profondità.  È  questo
                  dono  che  c’insegna  ad  apprezzare  la  nostra  nobiltà.  Ci  fa  capaci  di
                  distinguere  nella  pratica  delle  virtù,  come  dobbiamo  vivere  secondo  la
                  verità  eterna,  senza  smarrirci.  Così  colui  che  ne  è  illuminato,  sa
                  camminare  secondo  lo  spirito  e  sa  guardare  e  comprendere
                  convenientemente tutte le cose del cielo e della terra. Egli può dirigere i
                  suoi  passi  nei  cieli,  contemplando  con  tutti  i  santi  la  nobiltà  del  suo
                  Amante: la sua sublime altezza e insondabile profondità, la sua larghezza
                  e altezza, la sua saggezza e verità, la sua bontà e ineffabile generosità e
                  tutte  le  altre  amabili  proprietà  e  attributi,  del  tutto  innumerevoli,  della
                  natura di Dio, e tutti infiniti, perché non si distinguono da Lui stesso.
                  Allora  l’uomo  illuminato  abbassa  gli  occhi  su  se  stesso  e  su  tutte  le
                  creature e comprende con quanta generosità, amore e bontà Dio le abbia
                  create  e  arricchite  di  doni  naturali  d’ogni  specie  e  come,  al  di  là  della
                  natura,  abbia  voluto  donare  se  stesso  agli  uomini,  se  solo  vogliamo
                  cercarlo e non rifiutarlo. Questa considerazione delle molteplici ricchezze
                  e doni di Dio, allieta meravigliosamente lo spirito, a condizione che siamo
                  morti  in  Dio,  a  noi  stessi,  che  viviamo  e  conversiamo  nello  spirito  e
                  impariamo a gustare le cose che rimarranno sempre.
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