Page 76 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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spirito riposa in essa al di sopra dei doni. Poiché qui non c’è altro che Dio
                  e  lo  spirito  che  si  unisce  a  lui,  senza  intermediario.  In  questa  unione,
                  siamo accolti dallo Spirito Santo e lo Spirito Santo è accolto da noi, e non
                  riceviamo solo Lui, ma anche il Padre e il Figlio e tutta la natura divina.
                  La divinità infatti non può essere divisa e data a pezzi. La stessa avida
                  sete  dello  spirito,  che  vuole  possedere  Dio  al  di  sopra  di  ogni
                  somiglianza, ottiene e possiede al di sopra della natura ciò che nella sua
                  esistenza lo spirito ha conquistato naturalmente. Ma questo è comune a
                  tutti i buoni. Come però avvenga, rimane oscuro e ignoto a loro, a meno
                  che  siano  di  Vita  Interiore,  liberi  da  ogni  creatura  e  illuminati  da
                  intelligenza spirituale.
                  Nell’istante  in  cui  uno  si  stacca  dal  peccato,  viene  raccolto  ,  nella  sua
                  essenza, all’apice del suo spirito, da Dio, perché abbia quiete per sempre
                  in Dio; percepisce anche nel fondamento e origine delle facoltà superiori
                  la grazia e una certa somiglianza con Dio, perché cresca in nuove virtù e
                  progredisca. E fino a quando la somiglianza rimane intatta attraverso la
                  carità e le virtù, l’unità gode di una quiete che non può essere perduta se
                  non per il peccato mortale.




                  CAPITOLO 62
                  Effetto e necessità della grazia

                  Tutta la santità e tutta la nostra salvezza dipende da questo: che il nostro
                  spirito,  attraverso  la  grazia  e  con  la  disposizione  che  ci  viene  dalla
                  originaria  somiglianza  con  Dio,  entri  nella  quiete  della  sua  unità
                  essenziale. La grazia di Dio infatti è la via che dobbiamo necessariamente
                  percorrere,  se  vogliamo  raggiungere  la  nuda  essenza,  dove  Dio  ci  si
                  mostra  immediatamente  in  tutta  la  sua  ricchezza.  I  peccatori  perciò  e  i
                  dannati sono nelle tenebre, perché sono privi della grazia divina, che li
                  potrebbe illuminare e guidare all’unione fruitiva. Intanto l’esistenza in sé
                  è cosa così nobile, che i dannati non possono decidere la loro distruzione.
                  I  peccati  però  fanno  una  cortina  di  tenebre  così  fitta  e  tanta
                  dissomiglianza tra le facoltà del peccatore e l’essenza dove abita Dio, che
                  lo spirito non riesce ad unirsi all’essenza, che sarebbe sua e avrebbe  in
                  essa quiete eterna, se il peccato non l’impedisse.
                  Infatti chi vive senza peccato vive in grazia e in una certa somiglianza con
                  Dio, e Dio è suo. Dal che è evidente che la grazia è necessaria all’uomo
                  per rigettare il peccato, per aprire e rinforzare la strada e rendere tutta la
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