Page 71 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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fame è eterna, perché vedono quanto non posseggono ancora Dio, ma
nessun vaso creato può contenere Iddio. Il loro desiderio è avido, ma Dio
è tanto più grande del desiderio e non può essere mai preso interamente.
Il banchetto ha tanti piatti, tanto da mangiare e da bere, tutte cose
squisitissime, manca però la sazietà del godimento. E la fame torna
sempre più viva, anche se al tocco, di cui s’è parlato, scorrono rivoli di
miele pieni di delizie, che portano al palato interno dell’uomo tutto ciò
che si può immaginare. Però tutte queste cose, poiché sono create e son
tutte al di sotto di Dio, eccitano soltanto una fame perpetua e un
intollerabile desiderio. E anche se Iddio desse a un tale uomo tutti i doni
di tutti i santi e tutto quello che si può dare, ma non desse se stesso, la
fame non sarebbe mai saziata. Questa fame la fa proprio il tocco di Dio e
quanto più il tocco è veemente, tanto più grande è la bramosia della fame.
Ma è proprio questa la vita o essenza dell’amore nella sua più intensa ed
essenziale espressione; è qualche cosa che va al di là delle ragione e
dell’intelletto. La ragione non può dare e non può togliere niente
all’amore, perché il nostro amore è stato toccato dall’amore divino. E per
quanto ne posso capire io, chi ha sentito il tocco, non credo che possa più
separarsi da Dio. Il tocco di Dio poi, in quanto è sentito da noi, e il nostro
desiderio d’amore sono due esperienze relative a una creatura, e per
questo son tali che, durante la vita, possono crescere sempre.
CAPITOLO 56
La gara d’amore tra lo spirito di Dio e lo spirito umano
In questo impeto d’amore vengono a gara lo spirito di Dio e lo spirito
nostro. Dio si cala in noi attraverso lo Spirito Santo e ci tocca col suo
amore. Quindi il nostro spirito, sia per l’operazione di Dio, sia per il suo
stesso istinto d’amore, si spinge e s’immerge in Dio, e Dio viene a sua
volta toccato. Il mutuo contatto accende una gara di amore, e l’uno e
l’altro spirito, nell’intimo incontro e intensissimo scambio, riporta una
ferita d’amore. poi si gettano l’un l’altro vividi raggi e si guardano in
volto; si cercano con grande avidità. L’uno vuole l’altro interamente e
questo offre tutto se stesso e lo invita; è la liquefazione d’amore. il
contatto e la donazione di Dio, da una parte, e il nostro desiderio e
ricambio, dall’altra, rendono l’amore forte e costante. E questo flusso e
riflusso fa ridondare la fonte dell’amore; così il tocco di Dio e la nostra
avida fame diventano il puro amore. mentre questo avviene, lo spirito è
così occupato e posseduto dall’amore, che non può non dimenticarsi di se
stesso e di Dio, perché è tutto essenzialmente preso nel suo atto d’amore.