Page 69 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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sapienza  soprannaturale,  emana  in  cielo  e  in  terra  effusioni  di  carità;
                  quando  con  ossequioso  rispetto  rifluisce  e  riporta  tutto  all’abisso  dal
                  quale  ha  attinto,  cioè  alla  sublime  unità,  che  è  fonte  e  sorgente  di  ogni
                  emanazione  di  grazia;  quando  uno,  dico,  agisce  così,  sia  per
                  l’amantissima  benevolenza  di  Cristo  e  per  l’operazione  ch’egli  ha
                  compiuto  nell’intimo  dello  spirito  e  sia  dall’altra  parte,  per  l’amore
                  ardente  dello  stesso  uomo  e  per  la  perfetta  immersione  di  tutte  le  sue
                  facoltà  nella  stessa  unità,  che  è  dimora  di  Dio,  ha  luogo  il  terzo  modo
                  della venuta di Cristo; la quale non è altro che un intimo tocco di Cristo,
                  nel quale con il suo divino splendore Egli tocca e scuote le profondità del
                  nostro  spirito.  E  come  abbiamo  paragonato  il  secondo  modo  a  una
                  sorgente con tre rivoli, così paragoniamo anche questo modo a una vena
                  d’acqua. Come infatti non c’è ruscello senza sorgente né sorgente senza
                  una  vena  ,  che  ne  zampilli,  così  la  grazia  di  Dio  scende  nelle  facoltà
                  superiori  attraverso  rivoli  e  spinge  e  infiamma  l’uomo  a  tutte  le  virtù;
                  tuttavia,  nell’unità  dello  spirito,  onde  sbocca,  sta  raccolta,  gorgoglia  e
                  zampilla  dal  fondo  della  divina  ricchezza,  dove  pietà  e  grazia  non
                  verranno mai meno.
                  E questo è il tocco del quale  intendo parlare. La natura sente e avverte
                  questo  tocco,  perché  qui  convengono  tutte  le  facoltà  nell’unità  dello
                  spirito  al  di  sopra  della  molteplicità  di  tutte  le  virtù.  E  qui  non  agisce
                  nessuno, fuorché Dio solo, il quale,  per sua gratuitissima volontà, è la
                  sorgente delle nostre virtù e di tutta la nostra salvezza. In questa unità
                  dello spirito, dove lo zampillo della sorgente gorgoglia, l’animo sta al di
                  sopra  di  ogni  azione  e  ragione,  ma  non  è  senza  motivazione.  Infatti  la
                  ragione  illuminata,  soprattutto  la  capacità  affettiva,  sente  e  riconosce
                  questo  tocco,  ma  la  semplice  ragione  non  capisce  che  cosa  sia  né  come
                  avvenga. È infatti opera di Dio: una  cascata, fonte, origine d’ogni grazia,
                  e ultimo anello tra Dio e la creatura. A questo tocco, nella silente essenza
                  dello spirito, dilaga un’incomprensibile luminosità, che è l’augustissima
                  Trinità,  dalla  quale  pare  questo  tocco  e  dove  Dio  Onnipotente  vive  e
                  regna nello spirito e lo spirito regna in Dio.


                  CAPITOLO 54
                  L’uscita dello spirito a questo contatto

                  In questo tocco Cristo dice allo spirito: «Esci e datti agli esercizi propri di
                  questo tocco». Infatti questo profondo tocco attira il nostro spirito verso la
                  pratica  più  intima  che  è  possibile  a  una  creatura  nella  luce  creata.  Lo
                  spirito perciò si alza per forza dell’amore e si porta al di sopra delle sue
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