Page 31 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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aggiungervi un ornamento più bello e una presa di possesso più gloriosa
di quella che ha luogo nella Vita Attiva. Però la decorazione più gloriosa
e più felice è quella che si ottiene attraverso la Contemplazione
Soprannaturale.
L’ultima e più bassa unità, che è dell’ordine corporeo, viene coltivata e
adornata con pratiche esteriori, soprannaturali ordinate, ad imitazione di
Cristo e dei Santi; si tratta di portare la croce con Gesù Cristo e di
sottomettere la natura ai precetti della santa Chiesa e ai costumi dei Santi,
a seconda delle proprie capacità.
La seconda unità, che risiede nello spirito ed è coltivata e adornata con le
tre virtù teologali: fede, speranza e carità con l’apporto della grazia, di
doni di Dio e con la pronta disponibilità della volontà ad imitare tutte le
virtù e gli esempi di Gesù Cristo e dei Santi.
La terza unità è la più alta, supera la nostra capacità intellettiva; eppure
sta dentro di noi. La possediamo soprannaturalmente, quando, in tutte le
nostre azioni, abbiamo di mira la lode di Dio e la sua gloria, e ci
rimettiamo a Lui, al disopra di ogni desiderio, al di sopra di noi stessi e di
tutte le cose. È questa l’unità dalla quale siamo venuti con la creazione,
nella quale, per via della nostra essenza, dimoriamo e alla quale ci riporta
ogni nostro atto d’amore. questo è il decoro delle tre unità della Vita
Attiva.
Ora dobbiamo spiegare come queste tre unità possano avere una
decorazione ancora più sublime ed essere anche più nobilmente
possedute attraverso gli esercizi interni della Vita Affettiva.
Quando uno, attraverso la carità e la retta intenzione, in ogni suo atto e
in tutta la sua vita, si rivolge e tende alla lode e all’onore di Dio, egli, con
umiltà, pazienza e distacco da se stesso, con sicura speranza e fiducia,
aspetta anche sempre nuovi flussi di grazia divina e nuovi doni, ma senza
ansietà e niente affatto preoccupato, se Dio glieli voglia elargire o meno.
Si prepara ad accogliere e abbracciare la Vita Interiore e Affettiva né più
né meno di come si prepara un vaso, nel quale si voglia versare un
liquore prezioso. Non c’è infatti un vaso più degno né più prezioso di
un’anima che ami Dio, né c’è una bevanda più salutare e pregiata della
grazia divina. Solo badino bene tutti a riferire tutte le azioni e tutta la vita,
con pura e retta intenzione, a Dio e mettano se stessi, al di sopra di tutte
le cose, in quella sublime unità nella quale, senza alcun intermediario, lo
spirito innamorato è felicemente unito a Dio.
CAPITOLO 4
L’influsso divino nello spirito