Page 28 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
P. 28

perché la sua radice è abbarbicata alla divinità e ha dodici rami, quanti
                  sono gli articoli del Credo: i più bassi di questi rami parlano dell’umanità
                  di  Cristo  e  di  quanto  riguarda  la  nostra  salvezza;  i  più  alti  invece
                  riguardano la divinità, le tre Persone e l’unità della natura divina.
                  È attraverso questa unione che l’anima, desiderosa di vedere Gesù Cristo,
                  si porterà sulla parte più alta del’albero, ed è qui che passerà Cristo con
                  tutti i suoi doni. Quando poi Cristo arriva, vede l’uomo, gli parla nella
                  luce della fede, e gli fa capire che Egli, quanto a divinità, è decisamente
                  immenso,  incomprensibile  e  inarrivabile,  molto  al  di  là  di  ogni  umana
                  intelligenza, una specie di abisso senza fondo.
                  Questa è la più alta conoscenza di Dio che si possa avere nella vita attiva:
                  intravedere  attraverso  la  luce  della  fede  che  Dio  non  può  essere
                  compreso;  ma  in  quella  stessa  luce  Cristo  dice  a  chi  brama  vederLo:
                  «Presto, scendi; oggi starò casa tua» [Lc 19,5].
                  La  rapida  discesa  comandata  da  Dio  non  è  altro  che  l’immersione
                  d’amore  di  Se  Stesso  nell’abisso  della  divinità:  immersione  che  nessun
                  intelletto umano può ottenere con la sola luce, ma se l’intelletto rimane
                  fuori  la porta, la forza dell’amore  riesce a farsi strada ed entra, poiché,
                  quando l’anima si spinge verso Dio con tutte le forze dell’amore, al di là
                  di  tutte  le  potenze  dell’intelligenza  umana,  l’anima,  dico,  s’inchina,
                  scende,  si  ferma  e  dimora  in  Dio  e  Dio,  a  sua  volta,  dimora  in  essa.
                  Quando, a forza d’amore, si solleva al di sopra di tutte le creature, oltre i
                  sensi e la luce naturale, allora va incontro a Cristo nella luce della fede,
                  dove si rende conto che Dio non può essere né conosciuto né contenuto
                  da un intelletto umano.
                  Così dunque, col suo amore, l’anima si spinge verso Dio inafferrabile e si
                  ripiega;  le  viene  incontro  Cristo  e  la  ricopre  dei  suoi  doni,  e  quando
                  l’anima Lo ama più dei suoi doni, più di se stessa, più di tutte le creature
                  e s’acquieta in Lui, lei dimora in Dio e Dio dimora in lei.
                  Questo è il modo di andare incontro a Cristo nel grado più alto della vita
                  attiva.
                  In breve, quindi, se giustizia, carità e umiltà sono messe a fondamento e
                  vi edifichiamo sopra le virtù che abbiamo elencato; se andiamo incontro a
                  Cristo con fede, decisione e amore, senza dubbio,m noi dimoriamo in Lui
                  e Lui dimora in noi.
                  E  questo  basti  per  il  primo  modo  d’intendere  le  parole  di  Gesù  Cristo:
                  Ecco  sta  per  arrivare  lo  sposo,  uscitegli  incontro.  questa  è  la  vita  attiva.  E
                  questa è la prima spiegazione delle parole di Gesù Cristo nostro sposo.


                  *      *      *
   23   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33