Page 21 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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Dalla fortezza nasce la sobrietà e temperanza, all’interno e all’esterno.
Non può infatti tenere tranquillamente una linea di sobrietà se non colui
che, al di sopra del comune, con vero amore, controlla e dirige la sua
anima e il suo corpo.
La sobrietà distingue nettamente le forze superiori dello spirito dagli
istinti bestiali, e tiene l’uomo lontano da ogni eccesso. Non conosce e non
gusta ciò che non è lecito.
La natura di Dio, sublime e inafferrabile, si leva di gran lunga al di sopra
delle cose della terra e del cielo. Tutto ciò che la creatura può afferrare, è
sempre una creatura. Dio è al di sopra, al di fuori, eppure è dentro ogni
creatura; ma la portata intellettiva della creatura è troppo angusta per
poterLo racchiudere in sé. Perché la creatura possa tenere in sé il suo
Creatore, deve sollevarsi al di sopra di se stessa e prendere Dio in Dio.
perciò, se qualcuno pretende di rendersi conto da sé dell’essenza di Dio e
si spinge a una cosa impossibile e rischia la pazzia. Tanto è evidente che
ogni umana intelligenza fallisce in questa ricerca e non riesce a sapere che
cosa è Dio, e questo per la semplice ragione che l’essenza divina è troppo
grande per ogni creatura. Ma che Dio ci sia, lo si può sapere, e lo afferma
la natura, la Scrittura ed ogni creatura. Gli articoli della fede vanno
accettati, creduti; ma il loro contenuto non può essere giudicato; questo è
proprio della sobrietà. Finché siamo in terra, non possiamo penetrare
pienamente gli articoli della fede. Anche le norme della Scrittura, che
sono opera dello Spirito Santo, vanno comprese e spiegate alla luce di
Gesù Cristo e della vita dei Santi. Osservi pure, chi vuole, la natura, la
Scrittura, tutto il creato, ma non ne prenda se non ciò che gli è utile;
questa è sobrietà di spirito.
Ma c’è anche una sobrietà dei sensi da osservare, la quale aiuterà a fare in
modo che gl’istinti bestiali vengano controllati dalla ragione, perché
l’appetito del cibo e della bevanda, stimolato dal gusto, non ci spinga ad
eccessi; e gli alimenti vanno presi nella stessa misura in cui un malato
prende le medicine; cioè a seconda della necessità e per disporre meglio
delle forze a favore delle opere della gloria di Dio. Questa è la sobrietà dei
sensi, o del corpo.
È sobrietà anche la moderazione nelle parole, negli atti, nel tacere, nel
parlare, nel fare, nell’omettere, a seconda delle disposizioni e delle
consuetudini della Chiesa e dei Santi.
Con la sobrietà di spirito si conserva la certezza della fede, la purezza
dell’intelligenza nella ricerca della verità, l’inclinazione alla virtù, la
serenità di coscienza, senza angosce né scrupoli; e questa è la chiave della
pace con Dio e con se stessi.