Page 15 - Libretto della Vita Perfetta
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Una domanda: Chi ha mai conosciuto la Scrittura sa che nel Nulla l’anima o deve
essere trasformata al di sopra di sé o essere annientata secondo l’essere, e qui
non è così.
Risposta: L’anima resta sempre creatura, ma nel Nulla, quando vi si è perduta,
non pensa affatto al modo in cui allora è creatura ovvero è quel Nulla, oppure
se è creatura o è niente, oppure si è unita o no. Ma, quando si è in possesso della
ragione, si percepisce bene ciò, e questa percezione si mantiene nell’uomo.
Una domanda: Ha un tale uomo tuttavia il meglio?
Risposta: Sì, per il fatto che non gli viene tolto ciò che ha e gli viene data un’altra
cosa migliore. Egli comprenderà ciò di più e più puramente, e ciò gli resta. Ma
egli tuttavia non è giunto là attraverso tutto quello di cui si è parlato, in
conseguenza del ritorno in sé. Se deve giungervi, è necessario che sia nel fondo
che sta nascosto nell’anzidetto Nulla. Là non si sa niente di niente, là non c’è
nulla, là non c’è neppure alcun «là»; cosa se ne dica, lo si sfigura. E tuttavia
quest’uomo è un nulla di sé, benché gli resti tutto, secondo ciò che si è detto
prima.
Una domanda: Su ciò istruiscimi meglio.
Risposta: I dottori dicono che la beatitudine dell’anima consiste prima di tutto in
questo: quando essa contempla Dio nudamente, prende tutto il suo essere e la
sua vita, e attinge tutto ciò che è, per quanto è beata, dal fondo di questo Nulla,
e non sa niente di conoscenza, a parlare da questo punto di vista, né d’amore,
né assolutamente di niente. Essa riposa tutta e unicamente nel Nulla, e non sa
niente tranne l’essere che è Dio o questo Nulla.
Ma quando sa e riconosce di sapere, contemplare e conoscere il Nulla, ciò è
un’uscita e un ritorno in sé da ciò che aveva prima, secondo l’ordine naturale. E
poiché tale assorbimento è spremuto dalla stessa vena, perciò tu puoi
comprendere come esso si presenti in profondità.
Una domanda: Desidererei comprendere ciò ancora meglio dalla verità della
Scrittura.
Risposta: I dottori dicono: quando si conoscono le creature in se stesse, ciò si
chiama ed è una conoscenza vespertina, perché allora si vedono le creature in
immagini distinte in qualche modo; ma, quando si conoscono le creature in Dio,
ciò si chiama ed è una conoscenza mattutina, e così si contemplano le creature
senza alcuna distinzione, spoglie di ogni immagine e prive di ogni somiglianza,
nell’Uno che è Dio stesso in se stesso.
Una domanda: Può l’uomo nel tempo comprendere questo Nulla?
Risposta: Non penso che ciò possa essere secondo il modo dello spirito; ma
secondo il modo unitivo egli si intuisce unito in ciò dove questo Nulla gode se
stesso ed è generante. Ciò avviene bene mentre il corpo è sulla terra, secondo il
parlare comune, ma l’uomo è allora al di sopra del tempo.
Una domanda: L’unione dell’anima avviene mediante la sua essenza o mediante