Page 11 - Libretto della Vita Perfetta
P. 11
volgevano verso l’immagine con avversione e durezza. Gli sembrò quindi che
l’immagine si abbassasse come un uomo vero, si sedesse presso di lui e gli
esprimesse di chiedere ciò che aveva da chiedere, perché gli sarebbe stato
risposto.
Egli prese la parola e disse con un intimo sospiro del cuore: «Eterna Verità, che
cos’è ciò, e che significa questa meravigliosa visione?». Così gli fu risposto,
dicendo in lui la parola:
Quest’immagine che hai veduto, significa l’unigenito Figlio di Dio nella
maniera in cui ha assunto la natura umana. E che hai veduto solo un’immagine
e che essa fosse tuttavia molteplicemente varia significa che tutti gli uomini
sono sue membra, e che sono pure figli o sono diventati figli per lui e in lui,
come le numerose membra fisiche di un corpo. Ma che il capo appare eccellente,
ciò vuol dire che Egli è il primo e il Figlio unigenito secondo l’eccellente
assunzione [della natura umana] nella sussistenza della Persona divina, mentre
gli altri sono solo immersi nell’unità trasformante della stessa immagine. La
croce significa che un vero uomo abbandonato, secondo l’uomo esteriore e
interiore, deve mantenersi sempre nella donazione di se stesso in tutto quello
che Dio vuole che soffra, da qualunque parte ciò venga, tanto da essere disposto
a riceverlo in maniera da morire a se stesso in lode del Padre celeste. E simili
uomini si comportano nobilmente all’interno e cautamente all’esterno. Che la
figura fosse così benevolmente vicino alla croce indica questo: per quante
sofferenze abbiano, ne hanno noncuranza, per il loro stesso abbandono. Dove si
volgeva la testa, là si volgeva pure il corpo: ciò significa la corrispondenza della
fedele imitazione della sua pura vita, chiara come uno specchio, e della sua
buona dottrina, alla quale vigorosamente essi si volgono e si conformano.
Gli uomini della prima specie, che lo guardavano all’interno e non all’esterno,
indicano gli uomini che considerano la vita di Cristo solamente con la ragione,
in maniera speculativa, e non in maniera pratica, mentre dovrebbero spezzare
la propria natura attraverso un esercizio d’imitazione dello stesso modello. Essi
tirano tutto ciò, secondo tale visione, al diletto della natura e a una libertà
oziosa in aiuto di se stessi, e sembrano loro molto grossolani e ignoranti quelli
che non consentono con essi sulla stessa cosa.
Alcuni lo guardavano ancora solo in maniera esteriore e non secondo
l’interiore, e costoro apparivano duri e rigidi; ed essi si esercitano
rigorosamente, vivono cautamente e hanno davanti alla gente una condotta
onorata e santa, ma trascurano il Cristo interiormente. Poiché la sua vita era
dolce e mite, ma questi uomini sono molto rudi, giudicano le altre persone e
sembra loro tutto falso ciò che non va secondo il loro modo di vivere. Questi
uomini si comportano diversamente da Colui che pure hanno di mira, e ciò si
nota da questo: se uno li prova, essi non si mantengono nell’abbandono di se
stessi, né nello sprofondamento della loro natura e nella perdita delle cose che
proteggono la volontà propria, come «volentieri», «malvolentieri» e simili. E
con ciò la volontà propria viene conservata e protetta, tanto che l’uomo non
giunge alle virtù divine, come l’obbedienza, la sopportazione, l’arrendevolezza
e altre simili; perché tali virtù portano l’uomo all’immagine di Cristo.