Page 13 - Libretto della Vita Perfetta
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abbandonato?
                  Risposta: L’uomo può giungere nel tempo al punto di intuirsi uno in Colui che è
                  il Nulla di tutte le cose che si possono ricordare o esprimere; e questo Nulla si
                  chiama  Dio  secondo  il  consenso  universale  ed  è  in  se  stesso  l’essere  più
                  essenziale.  E  qui  l’uomo  si  riconosce  uno  con  questo  Nulla,  e  questo  Nulla
                  conosce se stesso senza attività di conoscenza. Ma ciò è qui nascosto in qualche
                  modo ancora più profondamente.
                  Una domanda: Dice la Scrittura qualcosa di Colui che tu hai chiamato Nulla , non
                  del suo non essere, ma della sua eminente incomprensibilità?

                  Risposta: Dionigi scrive dell’Uno che è senza nome, e questo può essere il Nulla
                  che io  intendo;  perché  se uno  lo  chiama divinità  o essenza, o con qualunque
                  nome gli si dia, questi nomi non gli convengono propriamente come si formano
                  nella creatura.

                  Una  domanda:  Ma  che  cos’è  il  più  profondamente  nascosto  di  questo  Nulla
                  suddetto,  che  nel  suo  significato,  secondo  il  tuo  parere,  esclude  ogni  realtà
                  divenuta?  Esso  è  invero  pura  semplicità;  come  può  avere  il  massimamente
                  semplice più dentro o più fuori?
                  Risposta:  Fin  quando  l’uomo  comprende  un’unione  o  tale  cosa  che  si  può
                  manifestare  con  parole,  egli  deve  andare  ancora  più  profondo;  questo  Nulla
                  non può andare più profondamente in se stesso, ma ben noi, secondo quello che
                  possiamo  comprendere;  cioè  quando  vogliamo  intendere  senza  alcuna  luce  o
                  immagine  formata,  che  possano  esistere,  ciò  che  nessuna  intelligenza  può
                  cogliere per mezzo di forme e immagini. E di ciò non si può discorrere, poiché
                  ritengo  che  si  discorra  di  una  cosa  che  si  può  manifestare  con  parole;  ora,
                  qualunque cosa di ciò si dica, non si spiegherà affatto che cosa sia questo Nulla,
                  per quanto dottori e libri vi siano. Ma che questo Nulla sia lui stesso ragione o
                  essenza  o  godimento,  ciò  è  pure  ben  vero,  secondo  il  modo  in  cui  possiamo
                  parlarne;  ma,  secondo  la  verità  dello  stesso  Nulla,  ciò  è  così  lontano  e  più
                  lontano che chiamare una fine perla un ceppo.
                  Una domanda: Che cosa vuol dire: quando il Nulla generante che si chiama Dio
                  viene in se stesso, l’uomo non conosce alcuna distinzione tra sé e lui?

                  Risposta: Questo Nulla non è in se stesso per noi, finché è operante in noi tale
                  cosa; ma quando lui viene in se stesso per noi, allora né noi e neppure lui per
                  noi sappiamo niente di questa cosa.
                  Una domanda: Spiegami meglio ciò.

                  Risposta: Non intendi che il possente, annientante rapimento nel Nulla toglie nel
                  fondo [di Dio] ogni distinzione, non secondo l’essere, ma solo secondo la nostra
                  percezione, come si è detto?

                  Una domanda: Mi impressiona ancora una parola che è stata detta innanzi: che
                  l’uomo può giungere nel tempo al punto di intuirsi uno in Colui che è sempre
                  stato. Come può essere ciò?
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