Page 13 - Lettera a Proba
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c’indurre in tentazione, ci eccitiamo a chiedere che, abbandonati dal suo aiuto,
non veniamo ingannati e non acconsentiamo ad alcuna tentazione né vi
cediamo accasciati dal dolore. Quando diciamo: Liberaci dal male, ci
rammentiamo di riflettere che non siamo ancora in possesso del bene nel quale
non soffriremo alcun male. Queste ultime parole della preghiera del Signore
hanno un significato così largo che un cristiano, in qualsiasi tribolazione si
trovi, nel pronunciarle emette gemiti, versa lacrime, di qui comincia, qui si
sofferma, qui termina la sua preghiera. Con queste parole era opportuno
affidare alla nostra memoria le verità stesse.
Il Pater compendia le invocazioni dei santi dell’Antico Testamento.
12. 22. Ora, tutte le altre parole che diciamo, sia quelle che formula da principio
il sentimento di chi prega per renderlo più vivo, sia quelle cui rivolge
l’attenzione in seguito per accrescerlo, non esprimono altro se non quanto è
racchiuso nella preghiera insegnataci dal Signore, se la recitiamo bene e
convenientemente. Chi però dice cose che non abbiano attinenza con questa
preghiera evangelica, anche se non prega illecitamente, prega in modo carnale e
non so come quelle cose non si dicano in modo illecito, dal momento che ai
rinati nello Spirito conviene pregare solo in modo spirituale. In realtà chi dice:
Sii conosciuto fra tutti i popoli, come lo sei fra noi, e: I tuoi profeti siano riconosciuti
fedeli, che altro dice se non: Sia santificato il nome tuo? Chi dice: O Dio delle virtù,
convertici, mostra il tuo volto e saremo salvi, che altro dice se non: Venga il tuo
regno? Chi dice: Guida i miei passi secondo la tua parola e non permettere che
l’iniquità mi abbia completamente in suo potere, che altro dice se non: Sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra? Chi dice: Non darmi né povertà né ricchezza, che
altro dice se non: Dacci oggi il nostro pane quotidiano? Chi dice: Ricordati, o
Signore, di David e di tutta la sua mansuetudine, ovvero: Signore, se ho fatto questo, se
c’è iniquità nelle mie mani, se ho reso male a chi mi faceva male, che altro dice se non:
Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori? Chi dice:
Allontana da me le passioni del ventre e fa che il desiderio dell’impurità non
s’impossessi di me, che altro dice se non: Non c’indurre in tentazione? Chi dice:
Strappami dai miei nemici, o Dio, e liberami da coloro che si levano contro di me, che
altro dice se non: Liberaci dal male? E se passi in rassegna tutte le parole delle
preghiere contenute nella S. Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una
che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci dal
Signore. Pertanto nel pregare ci è permesso domandare le medesime cose con
altri termini, ma non dev’essere permesso di domandare cose diverse.
Si possono chiedere onori e ricchezze?
12. 23. Queste sono le preghiere che senza alcun ondeggiamento di dubbio
dobbiamo elevare per noi, per i nostri cari, per gli estranei e per gli stessi
nemici, benché nel cuore di chi prega spunti e s’innalzi un sentimento diverso
per l’una o l’altra persona a seconda dei rapporti più o meno stretti di parentela
o di amicizia. Ma se uno nella preghiera dice per esempio: " Signore, moltiplica