Page 14 - Lettera a Proba
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le mie ricchezze " o: " Dammene tante quante ne hai date a questo o a quello "
                  ovvero: " Accresci i miei onori, fa che in questo mondo io sia assai potente e
                  famoso " o altre simili cose, e le desidera ardentemente senza avere lo scopo di
                  volgerle a vantaggio degli uomini secondo il volere di Dio, costui, a mio avviso,
                  non trova affatto nella preghiera insegnataci dal Signore  nessuna espressione
                  compatibile con questi desideri. Perciò si abbia almeno il pudore di chiedere ciò
                  che non si ha pudore di desiderare oppure, se si ha pudore anche di desiderarlo
                  ma la passione ha il sopravvento, quanto sarà meglio chiedere al Signore che ci
                  liberi  anche  da  questo  male  della  cupidigia,  dato  che  gli  diciamo:  Liberaci  dal
                  male!




                  La preghiera sia avvalorata dalle opere buone.

                  13. 24. Eccoti, a quanto io posso giudicare, non solo con quali disposizioni ma
                  anche cosa si debba chiedere nella preghiera, e non sono io a insegnartelo, ma
                  Colui che si degnò d’insegnarlo a, tutti noi. Bisogna cercare di ottenere la vita
                  beata  e  chiederla  a  Dio.  Che  cosa  sia  l’essere  beato  si  è  discusso  a  lungo  da
                  molti:  ma  che  necessità  abbiamo  di  rivolgerci  a  molti  autori  e  di  attingere  a
                  molte  fonti?  Nella  Scrittura  di  Dio  è  detto  brevemente  e  con  verità:  Beato  il
                  popolo, il cui Signore è Iddio. Per potere appartenere veramente a questo popolo e
                  giungere  alla  contemplazione  di  Dio  e  vivere  con  Lui  senza  fine,  il  fine  del
                  precetto è l’amore che viene da un cuore puro, da una coscienza buona e da una fede
                  sincera.  In  un’altra  enumerazione  di  queste  tre  virtù  invece  della  "coscienza
                  buona"  si  trova:  "la  speranza".  La  fede  dunque,  la  speranza  e  la  carità
                  conducono  a  Dio  colui  che  prega,  cioè  colui  che  crede,  spera,  desidera  e
                  considera  nella  preghiera  del  Signore  che  cosa  Gli  debba  chiedere.  I  digiuni,
                  l’astinenza  dai  piaceri,  la  mortificazione  delle  passioni  carnali,  senza  tuttavia
                  trascurare la salute, e soprattutto le elemosine sono di grande aiuto a chi prega,
                  sicché possiamo dire: Nel giorno della mia tribolazione ho cercato il Signore con le
                  mie mani, di notte, in presenza di Lui, e non mi sono ingannato. Come mai difatti si
                  potrebbe  cercare  Dio  incorporeo  e  impalpabile  con  le  mani,  se  non  venisse
                  cercato con le opere?


                  Utilità delle sofferenze.

                  14. 25. Forse vorrai ancora domandarmi perché l’Apostolo abbia detto: Noi non
                  sappiamo  che  cosa  dire  nelle  preghiere  per  pregare  come  dovremmo.  Non  è
                  assolutamente  da  credere  ch’egli  o  quelli  a  cui  rivolgeva  queste  parole
                  ignorassero la preghiera insegnataci dal Signore. Perché crediamo dunque che
                  l’Apostolo abbia detto una cosa simile, che non avrebbe potuto dire né a caso né
                  bugiardamente, se non perché le molestie e le tribolazioni del mondo giovano
                  per lo più a guarire il bubbone della superbia o a mettere a prova e ad esercitare
                  la pazienza, a cui è riserbato un premio più splendido e più ricco quando è stata
                  provata e sperimentata, o giovano infine a mortificare e a estirpare ogni specie
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