Page 16 - Lettera a Proba
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14. 27. Chiunque chiede al Signore e cerca d’ottenere l’unica cosa, senza la quale
                  non giova nulla qualunque altra cosa abbia ricevuta pregando come si deve, la
                  chiede  con  certezza  e  sicurezza,  né  teme  ch’essa  gli  possa  nuocere  quando
                  l’abbia  ricevuta.  Questa  cosa  infatti  è  l’unica  vera  vita  e  la  sola  beata:  cioè  il
                  poter  contemplare,  immortali  per  l’eternità  e  incorruttibili  nel  corpo  e  nello
                  spirito, le delizie di Dio. In vista di questa sola cosa si cercano e si desiderano
                  onestamente tutte le altre. Chi l’otterrà, possederà tutto ciò che vuole né potrà
                  allora chiedere cosa che non sarà conveniente. In essa è la sorgente della vita, di
                  cui ora dobbiamo avere sete nella preghiera, fino a che viviamo nella speranza e
                  non vediamo ancora ciò che speriamo, sotto la protezione delle ali di Colui, al
                  cui cospetto è tutto intero il nostro desiderio, che è quello di saziarci dei ricchi
                  beni della sua casa, di dissetarci al fiume delle sue delizie. In lui infatti è la fonte
                  della vita e nella luce di Lui vedremo la luce, quando il nostro desiderio sarà
                  saziato  dai  suoi  beni  e  non  vi  sarà  più  da  chiedere  con  gemiti,  ma  solo  da
                  possedere  con  godimento.  Ma  poiché  essa  è  la  pace  che  supera  ogni
                  intendimento, anche quando la chiediamo nella preghiera, non  sappiamo che
                  cosa  chiedere  per  pregare  come  si  conviene.  Quando  infatti  una  cosa  non
                  riusciamo a immaginarla com’è in realtà, certamente non la conosciamo; tutto
                  ciò  che  s’affaccia  al  pensiero  lo  rigettiamo,  lo  rifiutiamo,  lo  disapproviamo,
                  sappiamo che non è quello che cerchiamo, quantunque non sappiamo ancora
                  che cosa sai specificamente.

                  Si può desiderare Dio conoscendolo imperfettamente.

                  15. 28. C’è dunque in noi una, per così dire, dotta ignoranza, dotta in quanto
                  illuminata dallo Spirito di Dio, che aiuta la nostra debolezza. Difatti l’Apostolo
                  dopo  aver  detto:  Se  ciò  che  non  vediamo  lo  speriamo,  l’aspettiamo  mediante  la
                  pazienza, subìto soggiunse: Allo stesso modo anche lo Spirito ci viene in aiuto nella
                  nostra debolezza, poiché non sappiamo che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera per
                  pregare come si deve; ma lo stesso Spirito supplica per noi con gemiti ineffabili: Colui
                  però che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, poiché esso intercede per i santi
                  secondo (il volere di) Dio. Ciò non si deve intendere nel senso di credere che lo
                  Spirito di Dio, che nella Trinità è Dio immutabile e unico Dio col Padre e col
                  Figlio, supplichi per i santi a guisa di uno che non sia quello che è, cioè Dio;
                  infatti è detto "supplica per i santi" poiché induce i santi a supplicare, allo stesso
                  modo ch’è detto: Il Signore Dio vostro vi prova, per conoscere se lo amate, cioè "per
                  farvi conoscere". Lo Spirito Santo spinge dunque i santi a supplicare con gemiti
                  ineffabili  ispirando  in  essi  il  desiderio  di  un  bene  tanto  grande,  ma  ancora
                  sconosciuto,  che  aspettiamo  mediante  la  speranza.  Come  potrebbe  essere
                  espresso un bene ignoto quando lo si desidera? Se lo si ignorasse del tutto, non
                  sarebbe  oggetto  di  desiderio;  e  se  d’altro  canto  lo  si  vedesse,  non  sarebbe
                  desiderato né domandato con gemiti.

                  Perché le vedove devono dedicarsi alla preghiera.

                  16. 29. Con tutte queste considerazioni e con qualunque altra, che il Signore ti
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