Page 11 - Lettera a Proba
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8. 17. Potrebbe far meraviglia che agisca così Colui che conosce ciò che ci è
necessario prima che glielo chiediamo, se non comprendessimo che il Signore
Dio nostro non desidera che noi gli facciamo conoscere qual è il nostro volere
ch’egli non può non conoscere, ma desidera che nelle preghiere si eserciti il
nostro desiderio, onde diventiamo capaci di prendere ciò che prepara di darci.
Questo bene è assai grande, ma noi siamo piccoli e angusti per accoglierlo.
Perciò ci vien detto: Allargate il cuore, per non mettervi a portare il giogo con gli
infedeli. Con tanto maggiore capacità riceveremo quel bene molto grande, che
occhio non ha veduto perché non è colore, orecchio non ha udito perché non è
suono, né è entrato nel cuore dell’uomo, perché tocca al cuore dell’uomo
elevarsi fino ad esso, con quanto maggior fede crediamo ad esso, con quanto
maggiore fermezza speriamo in esso, con quanto maggiore ardore lo
desideriamo.
Pregare sempre per mantenere il fervore.
9. 18. Noi dunque preghiamo sempre con desiderio continuo sgorgato dalla
fede, speranza e carità. Ma a intervalli fissi di ore e in date circostanze
preghiamo Dio anche con parole, affinché mediante quei segni delle cose
stimoliamo noi stessi e ci rendiamo conto di quanto abbiamo progredito in
questo desiderio e ci sproniamo più vivamente ad accrescerlo in noi. Più degno
sarà l’effetto che sarà preceduto da un affetto più fervoroso. Perciò anche quel
che dice l’Apostolo: Pregate senza interruzione, che altro significa se non: "
Desiderate, senza stancarvi, di ricevere da Colui, che solo ve la può dare, la vita
beata, che non è se non la vita eterna "? Se dunque sempre la desideriamo da
Dio nostro Signore, non cesseremo nemmeno di pregare. Ecco perché in
determinate ore noi distogliamo il nostro pensiero dalle preoccupazioni e dagli
affari, che ci fanno intiepidire in qualche modo il desiderio, e lo rivolgiamo alla
preghiera eccitandoci con le parole dell’orazione a concentrarci in ciò che
desideriamo per evitare che il desiderio, cominciato a intiepidirsi, si raffreddi
del tutto e si spenga completamente qualora non venisse ridestato con più
fervore. Perciò il medesimo Apostolo disse: Le vostre domande siano manifeste
presso Dio. Queste parole non vanno intese nel senso che debbano essere
conosciute da Dio, il quale senz’altro le conosceva prima che fossero formulate,
ma nel senso che siano note a noi presso Dio per incoraggiarci, non presso gli
uomini per vantarci. Oppure vanno forse intese anche nel senso che siano note
agli angeli che stanno alla presenza di Dio, affinché in qualche modo le offrano
a lui e lo consultino in merito ad esse e ciò che hanno conosciuto di dover
compiere per suo ordine lo apportino a noi in modo manifesto od occulto come
hanno conosciuto da Dio essere a noi conveniente. Disse infatti l’angelo
all’uomo: E dianzi, quando tu e Sara pregavate, io ho presentato la vostra preghiera al
cospetto della luminosa grandezza di Dio.
La preghiera non è multiloquio.
10. 19. Stando così le cose, non è male né inutile pregare a lungo quando