Page 6 - Lettera a Proba
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vero e sicuro conforto, in cui si compierà ciò che è detto nella profezia: Fin dal
                  mattino siamo stati saziati della Tua misericordia, abbiamo esultato e gioito in tutti i
                  giorni nostri. Ci hai colmati di gioia in compenso dei giorni nei quali ci hai afflitti, degli
                  anni nei quali abbiamo visto sventure.

                  Le ricchezze: per la salute non per la superbia.

                  3. 7. Prima dunque che giunga questa consolazione, per quanto grande possa
                  essere  la  felicità  dei  beni  temporali  di  cui  sovrabbondi,  ricordati  che  sei
                  desolata, al fine di perseverare notte e giorno nella preghiera. Difatti l’Apostolo
                  accorda questo dono di Dio non a qualsiasi vedova, ma, come egli dice: A colei
                  che  è  veramente  vedova  e  desolata,  che  ha  riposto  la  sua  speranza  nel  Signore  e  che
                  persevera notte e giorno nelle preghiere. Evita con la maggiore vigilanza possibile
                  ciò ch’è detto dopo: Ma colei che vive nei piaceri, benché viva, è morta. L’uomo vive
                  di tutto ciò che ama, che brama come gran cosa e in cui crede di essere beato.
                  Perciò quello che la Scrittura dice delle ricchezze: Se le ricchezze sovrabbondano,
                  non  attaccate  ad  esse  il  vostro  cuore,  lo  dico  a  te  anche  dei  piaceri:  Se  i  piaceri
                  abbondano, non attaccarvi il tuo cuore. Non tenerti in gran conto perché essi
                  non  ti  mancano,  anzi  sovrabbondano  e  scorrono  come  da  una  sorgente
                  abbondante  di  felicità  terrena.  Disdegnali  e  disprezzali  assolutamente  per
                  quanto  ti  riguarda  e  non  ricercarvi  se  non  la  piena  salute  del  corpo.  Questa
                  infatti non deve essere trascurata per le necessità della vita terrena, prima che
                  questo  corpo  mortale  si  rivesta  dell’immortalità,  cioè  della  vera,  perfetta  ed
                  eterna salute, che non s’indebolisce per la infermità terrena né si ristabilisce con
                  un  piacere  corruttibile  ma,  persistendo  nel  celeste  vigore,  è  vivificata  da
                  un’eterna  incorruttibilità.  L’Apostolo  stesso  ci  dice:  Non  vi  preoccupate  della
                  carne, per soddisfarne i desideri, poiché noi ci prendiamo cura della carne, ma solo
                  per la necessità della salute. Nessuno ha mai odiato la propria carne, come ci dice
                  ancora l’Apostolo. Ecco perché questi esorta Timoteo, il quale, a quanto pare,
                  castigava eccessivamente il suo corpo, a bere un po’ di vino, per la debolezza di
                  stomaco e le sue frequenti indisposizioni.

                  Non attaccare il cuore alle ricchezze.

                  3. 8. Da questi piaceri – vivendo in mezzo ai quali una vedova, se v’è attaccata
                  con l’affetto del cuore e  ingolfata, benché viva, è, morta  –  si sono astenuti in
                  modo assoluto molti santi e molte sante distribuendo ai poveri le ricchezze che
                  sono per così dire la matrice dei piaceri, e così le han poste maggiormente al
                  sicuro  negli  scrigni  celesti.  Ora,  se  tu  non  fai  altrettanto  perché  impedita  da
                  qualche  dovere  d’amore  verso  la  famiglia,  sai  da  te  stessa  qual  conto  dovrai
                  renderne  al  Signore.  Nessuno  infatti  sa  ciò  che  avviene  nell’uomo,  tranne  lo
                  spirito  dell’uomo  ch’è  in  lui  stesso.  Noi  non  dobbiamo  condannare  nessuno
                  prima del tempo fino a che non venga il Signore e illumini i segreti delle tenebre
                  e renda manifesti i sentimenti del cuore: allora a ciascuno sarà data lode da Dio.
                  Anche se i piaceri della vita abbondano, è tuttavia tuo dovere di vedova di non
                  attaccarvi il cuore, per evitare che corrompendosi in essi non muoia, dato che,
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