Page 5 - Lettera a Proba
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prossimo col vivere bene, altri afflizione col vivere male, tuttavia, a causa
dell’ignoranza e dell’incertezza degli animi umani, molto giustamente
l’Apostolo ci ammonisce a non condannare alcuno prima del tempo, finché non
venga il Signore e illumini i segreti delle tenebre e sveli i pensieri del cuore e
allora ognuno riceverà lode da Dio.
In paradiso né tentazioni né bisogno d’orazione.
2. 5. Ordunque, nelle tenebre di questa vita nella quale siamo come esuli lontani
da Dio, durante tutto il tempo che camminiamo nella fede senza avere la
visione (di Dio), l’anima del cristiano deve considerarsi come abbandonata al
fine di evitare che cessi di pregare e d’imparare a tenere l’occhio della fede
rivolto alle parole delle sante e divine Scritture, come a una lucerna posta in un
luogo oscuro, fino a tanto che non splenderà il giorno e la stella del mattino
sorga nei nostri cuori. La sorgente ineffabile, per così dire, di questa lucerna è la
luce che splende nelle tenebre ma in modo tale da non essere accolta dalle
tenebre. Per vederla, i nostri cuori devono essere purificati dalla fede: Beati i
mondi di cuore, perché essi vedranno Dio; e: Sappiamo che, quando egli apparirà,
saremo simili a lui, poiché lo vedremo com’è. Allora, solo dopo la morte, ci sarà la
vera vita, e dopo la desolazione la vera consolazione. Sarà quella vita a liberare
l’anima nostra dalla morte, sarà quella consolazione, a liberare gli occhi nostri
dalle lacrime e, poiché allora non vi sarà alcuna tentazione, lo stesso salmo
segue dicendo: Hai preservato i miei piedi da caduta. Se non vi sarà poi tentazione,
non vi sarà più neppure orazione, in quanto non vi sarà più aspettazione di un
bene promesso, ma la contemplazione d’un bene concesso. Perciò dice: Sarò
accetto al Signore nella regione dei vivi, dove saremo allora, non nel deserto dei
morti, dove siamo ora. Siete morti, dice infatti l’Apostolo, e la vita vostra è
nascosta con Cristo in Dio; quando si manifesterà Cristo, vita vostra, allora anche voi vi
manifesterete con lui nella gloria. Questa in realtà è la vera vita che i ricchi devono
conquistare con le opere buone: in essa risiede la vera consolazione. Ora una
vedova, poiché è priva d’una tal consolazione anche se ha figli e nipoti e
governa piamente la propria casa procurando che tutti i familiari ripongano in
Dio la loro speranza, dice tuttavia nella sua preghiera: L’anima mia ha sete di Te e
la mia carne è assetata di Te, qui sulla terra deserta senza strade e senz’acqua, cioè in
questa vita destinata a finire con la morte, quali che siano i conforti umani che
l’arricchiscono, quali che siano i nostri compagni di viaggio, qualunque sia
l’abbondanza di beni che la ricolmano. Tu ben sai quanto siano incerti tutti
questi beni mondani; e anche se non fossero incerti, che cosa sarebbero a
paragone della felicità che ci è stata promessa?
Saremo desolati finché non arriveremo al paradiso.
2. 6. Poiché tu, vedova ricca e nobile e madre di si numerosa famiglia, mi hai
posto dei quesiti sulla preghiera, io ti ho dette queste cose affinché, anche se in
questa vita restino con te fedeli e pieni di premure i tuoi familiari, tu abbia a
considerarti desolata in quanto non hai ancora conseguita la vita in cui risiede il