Page 12 - Lettera a Proba
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abbiamo tempo, cioè quando non sono impedite altre incombenze di azioni
buone e necessarie, sebbene anche in quelle azioni, come ho detto, bisogna
pregare sempre con quel desiderio. Infatti il pregare a lungo non equivale, come
credono alcuni, a un pregare con molte parole. Una cosa è un parlare a lungo,
altra cosa un intimo e durevole desiderio. Anche del Signore infatti sta scritto
che passò la notte a pregare e che pregò assai a lungo. E nel fare così, che
cos’altro voleva se non darci l’esempio, egli che nel tempo è l’intercessore
opportuno, mentre nell’eternità è col Padre colui che ci esaudisce?
La preghiera sia breve ma fervorosa.
10. 20. Dicono che in Egitto i fratelli fanno preghiere frequenti si, ma brevissime,
e in certo modo scoccate a volo, affinché la tensione vigile e fervida,
sommamente necessaria a chi prega, non svanisca e perda efficacia attraverso
lassi di tempo un po’ troppo lunghi. E con ciò essi dimostrano che la tensione,
come non dev’essere smorzata se non può durare a lungo, così non dev’essere
interrotta subito se potrà persistere. Siano bandite dall’orazione le troppe parole
ma non venga meno il supplicare insistente, sempre che perduri il fervore della
tensione. Usare troppe parole nella preghiera è fare con parole superflue una
cosa necessaria: il pregare molto invece è bussare con un continuo e devoto
fervore del cuore al cuore di Colui al quale rivolgiamo la preghiera. Di solito la
preghiera si fa più coi gemiti che con le parole, più con le lagrime che con le
formule. Iddio pone le nostre lagrime al suo cospetto e il nostro gemito non è
nascosto a lui, che tutto ha creato per mezzo del Verbo e non ha bisogno di
parole umane.
Spiegazione del Pater noster.
11. 21. A noi dunque sono necessarie le parole perché richiamiamo alla mente e
consideriamo che cosa chiediamo, ma non dobbiamo credere che con esse si
suggerisca qualcosa al Signore o lo si voglia piegare ai nostri voleri. Quando
diciamo: Sia santificato il tuo nome, eccitiamo noi stessi a desiderare che il nome
di lui, ch’è sempre santo, sia considerato santo anche presso gli uomini, cioè
non sia disprezzato, cosa questa che non giova a Dio ma agli uomini. Quando
diciamo: Venga il tuo regno, il quale, volere o no, verrà senz’altro, noi eccitiamo il
nostro desiderio verso quel regno, affinché venga per noi e meritiamo di
regnare in esso. Quando diciamo: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra,
noi gli domandiamo l’obbedienza, per adempiere la sua volontà, a quel modo
che è adempiuta dai suoi angeli nel cielo. Quando diciamo: Dacci oggi il nostro
pane quotidiano, con la parola oggi intendiamo " nel tempo presente ", in cui o
chiediamo tutte le cose che ci bastano indicandole tutte col termine " pane " che
fra esse è la cosa più importante, oppure chiediamo il sacramento dei fedeli che
ci è necessario in questa vita per conseguire la felicità non già di questo mondo,
bensì quella eterna. Quando diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li
rimettiamo ai nostri debitori, richiamiamo alla nostra attenzione che dobbiamo
chiedere e fare per meritare di ricevere questa grazia. Quando diciamo: Non