Page 15 - Lettera a Proba
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di peccati? Tuttavia noi, poiché non sappiamo a che cosa giovino queste prove,
                  desideriamo di essere liberati da ogni tribolazione. L’Apostolo stesso mostra di
                  non  essere  esente  neppure  lui  da  questa  ignoranza,  benché  forse  sapesse
                  pregare  come  si  deve;  infatti  allorché,  per  non  farlo  insuperbire  a  causa  del
                  singolare  privilegio  delle  rivelazioni,  gli  fu  data  una  spina  nella  carne,  un
                  angelo  di  Satana  che  lo  schiaffeggiasse,  pregò  tre  volte  il  Signore  perché  lo
                  allontanasse da lui, senza sapere purtroppo che cosa chiedere come conviene.
                  Finalmente  udì  la risposta di Dio  perché non avveniva quello che un si gran
                  santo chiedeva e perché non conveniva che si realizzasse: Ti basti la mia grazia,
                  poiché la forza si perfeziona nella debolezza.

                  Ignoriamo quel che ci giovi domandare.


                  14. 26. In queste tribolazioni dunque, che possono giovare o nuocere, noi non
                  sappiamo che cosa chiedere perché la nostra preghiera sia come si conviene; ma
                  tuttavia,  poiché  sono  prove  dure,  amare,  che  ripugnano  alla  sensibilità  della
                  nostra natura, noi preghiamo, con un desiderio comune a tutti gli uomini, che
                  esse  vengano  allontanate  da  noi.  Ma  a  Dio  nostro  Signore  dobbiamo  (dare)
                  questa  prova  d’amore:  che  cioè,  se  non  allontana  le  prove  del  dolore,  non
                  dobbiamo  per  questo  credere  di  essere  trascurati  da  Lui,  anzi  speriamo
                  piuttosto beni più grandi con la santa sopportazione dei mali. Così si perfeziona
                  la  virtù  nella  debolezza.  Ad  alcuni  impazienti  il  Signore  Iddio  concesse,
                  sdegnato,  ciò  che  chiedevano,  come,  al  contrario,  non  esaudì  benignamente
                  l’Apostolo.  Leggiamo  infatti  che  cosa  chiedessero  gli  Israeliti  e  in  che  modo
                  fossero  accontentati.  Ma  appagata  la  brama,  la  loro  sfrenata  ingordigia  fu
                  gravemente  punita.  Alla  loro  richiesta  concesse  anche  un  re  secondo  il  loro
                  cuore, come sta scritto, non secondo il suo cuore. Concesse anche al diavolo ciò
                  che gli  chiese, perché  il suo  servo venisse  tentato e  messo alla prova. Esaudì
                  anche degli spiriti immondi, i quali lo pregavano  che una legione  di demoni
                  fosse  mandata  in  un  branco  di  porci.  Queste  cose  sono  state  scritte  perché
                  qualcuno per caso non s’inorgoglisca, qualora sia esaudito, quando chiede con
                  impazienza  qualche  cosa  che  sarebbe  più  vantaggioso  non  chiedere,  né  si
                  abbatta e disperi della misericordia divina nei suoi riguardi qualora non venga
                  esaudito,  quando  chiede  qualche  cosa  da  cui,  ricevendola,  potrebbe  avere
                  un’afflizione  più  dolorosa  oppure,  corrotto  dalla  prosperità,  andare
                  completamente  in  rovina.  In  tali  circostanze  non  sappiamo  dunque  che  cosa
                  chiedere  per pregare come dovremmo. Se perciò  accadrà l’opposto di quanto
                  chiediamo,  sopportando  pazientemente  e  ringraziando  Dio  in  ogni  caso,  non
                  dobbiamo avere il minimo dubbio ch’era più opportuno ciò che ha voluto Dio,
                  di  quel  che  avremmo  voluto  noi.  L’esempio  ce  l’ha  dato  il  divino  Mediatore
                  quando  disse:  Padre,  se  è  possibile,  si  allontani  da  me  questo  calice.  Ma  poi,
                  modificando  la  volontà  umana  assunta  nella  sua  incarnazione,  soggiunse
                  subito: Tuttavia (sia fatto) non ciò che voglio io, o Padre, ma ciò che vuoi tu. Ecco
                  perché giustamente per l’obbedienza di uno solo molti sono costituiti giusti.

                  Il vero bene da chiedere: il sommo Bene.
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